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Calcio a 5 nel caos, il presidente Montemurro rischia una finale “monca”

Peggio di così non sarebbe potuta andare. E il silenzio in cui si è rinchiuso ieri Andrea Montemurro, da appena 6 mesi presidente della Divisione Calcio a cinque, è rivelatore di un disagio che nessuno si sarebbe immaginato. Quanto accaduto in...

Redazione PadovaSport.TV

Peggio di così non sarebbe potuta andare. E il silenzio in cui si è rinchiuso ieri Andrea Montemurro, da appena 6 mesi presidente della Divisione Calcio a cinque, è rivelatore di un disagio che nessuno si sarebbe immaginato. Quanto accaduto in gara-1 della finale playoff che assegnerà lo scudetto 2016/17 è una sconfitta per tutto il movimento. L’unica reazione del 40enne dirigente nato a Colleferro (Roma), il più giovane direttore generale di Serie A (nel 2001, aveva 24 anni) e il più giovane presidente vincitore di un trofeo nazionale (nel 2011, Coppa Italia con la Lazio), era arrivata venerdì, con un comunicato diffuso sul sito della Divisione: «Certi atteggiamenti offendono me e tutto il movimento, sono profondamente rammaricato dell’accaduto poiché certi episodi non trovano spazio nella mia visione dello sport. Ieri (giovedì) tutto il futsal italiano ha subìto una sconfitta morale, nel momento di massima visibilità sia nazionale che internazionale, facendo ricadere le intemperanze e gli errori di pochi su tutto il sistema». Sei mesi fa, a Roma, salì sulla poltrona più ambita, al termine di una combattuta elezione, sconfiggendo Alfredo Zaccardi, vice-presidente vicario uscente. Su 182 società aventi diritto al voto (ma se ne presentarono 180), 94 preferenze andarono a lui, 82 all’avversario, 3 schede risultarono nulle e 1 non valida. Una vittoria risicata, ma che lo consacrò come il più giovane presidente nella storia del Coni e della Federcalcio, acquisendo inoltre la carica di consigliere nazionale della Figc e della Lega Nazionale Dilettanti. Adesso gli tocca risolvere una “grana” non facile, come quella scoppiata fra Pescara e Luparense. Quando si mise in gioco per la presidenza, si presentò così: «Voglio mettere i club e le società sportive al centro del progetto, e non emarginarle. L’obiettivo è quello di creare una struttura che sia sempre loro vicina, che sappia ascoltare e risolvere le tante problematiche legate alle trasferte, alla composizione dei gironi, all’abbattimento di costi che talvolta paiono insormontabili». Gli chiesero: in che modo si potrà fare tutto questo? «Prima di tutto dando al nostro calcio a cinque quella visibilità e importanza che a tutt’oggi non ha, sui media e sugli organi di comunicazione che entrano nelle case degli italiani. E poi è opportuno coinvolgere aziende che aiutino il movimento e consentano di alleggerire i costi di gestione che ogni squadra deve sostenere soprattutto per la logistica e le trasferte. Vorrei essere un presidente a disposizione di tutti». Interessante capire come si muoverà nelle prossime ore, dopo la presa di posizione durissima di Innascoli, patron di Pescara. Sarebbe una sconfitta enorme se la finale scudetto dovesse fermarsi alla prima delle cinque gare previste. Roba da dimissioni immediate. (Da Il Mattino)

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