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Luparense, che caos! Il presidente del Pescara vuole ritirare la squadra: “Alcuni insulti non rimarranno impuniti”

E’ una coda infuocata quella che si è sviluppata all’indomani del primo atto della finale scudetto calcio a cinque tra Pescara e Luparense. Al termine della sfida, vinta dai veneti 7-6, sul parquet del “Giovanni Paolo II”...

Redazione PadovaSport.TV

E' una coda infuocata quella che si è sviluppata all'indomani del primo atto della finale scudetto calcio a cinque tra Pescara e Luparense. Al termine della sfida, vinta dai veneti 7-6, sul parquet del "Giovanni Paolo II" si era infatti sviluppata una mega rissa che aveva perfino richiesto l'intervento delle forze dell'ordine. Tornato in giornata sullo spiacevole episodio tramite una nota ufficiale, il presidente della compagine abruzzese Danilo Iannascoli ha comunicato la sua categorica volontà di non far più scendere in campo la sua squadra contro i ragazzi di Marin. Difficile prevedere gli sviluppi della spinosa vicenda. Intanto riportiamo quanto scritto da Iannascoli:

"In qualità di presidente dell’ASD Pescara, a seguito dei gravissimi fatti, accaduti prima, durante e dopo la gara-1 di Finale Play Off, e connotati

- da aggressioni verbali e fisiche subite dai nostri dirigenti e giocatori;

- dall'ennesima inadeguata direzione arbitrale, figlia di designazioni cervellotiche e non imparziali;

- dalla ripetuta, stucchevole, inaccettabile richiesta preventiva di assistenza, presentata dalla squadra avversaria alle forze dell'ordine e ai commissari e delegati, condita da lettere costruite ad arte su motivazioni fantasiose e offensive, che hanno inasprito gli animi già prima dell'inizio delle gare e che hanno purtroppo comportato un clima e un finale di gara che non posso né accettare né dimenticare;

COMUNICO

che, a partire dalla data odierna mi sento obbligato, per tutelare la mia Società, nella persona dei dirigenti, giocatori e tecnici che la compongono, a sospendere sia gli allenamenti che la partecipazione a tutte le attività e le competizioni ufficiali della prima squadra. Sia l’utilizzo del terzo tempo con finalità di aggressione fisica nei confronti di un nostro giocatore, sia l’utilizzo di parole quali "terremotati" e “handicappato", da parte di squallidi personaggi, con finalità gravemente ingiuriose ed espressamente indicative della grettezza morale degli stessi, non possono restare impunite e non possono essere taciute. Il mio costante impegno nel sociale e la carica di Presidente del Panathon Adriatico, che sono onorato di rappresentare, non mi permettono di continuare dopo aver dovuto assistere ai gravissimi fatti accaduti, fatti che hanno calpestato i valori dello sport che giornalmente difendo e promuovo con ogni mezzo. Le affermazioni e le offese dei tesserati e dei giocatori della Luparense verso la mia Regione, la mia Città e la mia Società, rappresentata in panchina dal Vice Presidente Matteo Iannascoli, non passeranno impunite e i miei legali sono già stati delegati e autorizzati a tutelarmi in tutte le sedi. Grazie a tutto il popolo biancazzurro e a tutti gli sportivi, i quali, provenendo da tutto l’Abruzzo, hanno ancora una volta riempito il Papa Giovanni Paolo II, grazie per averci sostenuto con calore, affetto e con il solito incitamento corretto e mai offensivo nei confronto degli avversari".

In fede

Danilo Iannascoli