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Nuoto, il padovano Dotto campione d’Europa in vasca lunga e corta

Vince in 46”1: dopo Magnini la tradizione continua

Redazione PadovaSport.TV

Un Dotto d’oro per ogni vasca. Nella gara regina: il massimo prestigio. Da Londra a Copenaghen il volo di Luca è stato sofferto, perché di mezzo ci sono stati Giochi e Mondiali dimenticabili, però in Europa nei 100 stile libero a dettare il tempo è questo padovano di stanza a Roma, che si allena con Claudio Rossetto, colui che inventò Filippo Magnini velocista e ora si gode in silenzio la più bella delle rivincite. L’Europa secondo Luca, che quando non andava dicevano che pensasse troppo a fare il modello, è un’operazione vista soltanto 4 volte nella storia dei 100 sl. L’olandese voltante Pieter Van den Hoogenband, il francese Alain Bernard, ma soprattutto il senso di appartenenza per questa doppietta abbinata, ovvero detenere contemporaneamente il titolo tra vasca lunga (2016) e corta (2017) è nel confronto con Magnini, al quale Luca, da erede naturale (anche se non dello stesso talento, lui più puro, l’altro più costruito e con più testa), si ispira e al quale tolse il record italiano nel 2016 diventando il primo italiano a infrangere la barriera dei 48” in lunga.

Luca in vasca corta ha riportato in Italia il titolo di due anni fa conquistato da Marco Orsi a Netanya in 46”04, e

per trionfare al cospetto del bronzo olimpico, il belga Timmers (46”54) e di uno degli inglesi di cui sentiremo presto parlare, il ventenne Duncan Scott (46”64) ha persino graziato il primato italiano del gemello bolognese. Gli è bastato schizzare dal blocco con una reattività impressionante (0.56), passare ai 50 metri in 22” netti e distendersi con quella bracciata rotonda, potente e leggera che non hai mai messo in dubbio chi dovesse essere il re. Sul trono lasciato vacante dal Bomber ci sale questo Dotto-svolta, che esce dall’acqua e torna sul blocco per liberare un urlo impetuoso e scaricarvi tutto il fiele accumulato, compreso quello con i media che non valorizzano abbastanza le imprese degli azzurri in vasca: «Non è che ce l’abbia col calcio, ma sono per l’informazione sportiva pura e non da rotocalco, i media possono far crescere la cultura sportiva, le cose possono cambiare, basta impegnarsi». E apprende che la sua impresa e una delle serate più ricche d’oro della storia azzurra, non sono andate in diretta Rai provocando scambi duri di messaggi tra il presidente Paolo Barelli ed i vertici Rai.

Le cose cambiano anche per Dotto. Il suo mentore ha optato a inizio stagione per la decompressione: più qualità e meno quantità: «L’eredità di Magnini è in buone mani». E Luca fa, fiero: «Confermarsi leader subito in Europa mi rende molto orgoglioso, non mi miglioravo in corta da 7 anni (aveva 46”68, ndr) e sto nuotando molto bene, senza problemi di tecnica di nuotata: ho trovato l’equilibrio potenza-velocità, non m’incarto, non strappo e prendo sempre acqua. Ero pronto come una molla a schizzare, non volevo tenermi: difendere l’oro in lunga anche in corta è bellissimo". L'articolo completo su La Gazzetta dello Sport di oggi