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Serie B, Pillon e Foscarini: la medicina dal Veneto per la cura di Avellino e Pescara

Uno viene da Preganziol, l’altro da Riese Pio X. In macchina, appena una quarantina di chilometri. È lì in Veneto, provincia di Treviso, che Giuseppe Pillon e Claudio Foscarini hanno aperto i loro studi calcistici. In settimana, sono stati...

Redazione PadovaSport.TV

Uno viene da Preganziol, l’altro da Riese Pio X. In macchina, appena una quarantina di chilometri. È lì in Veneto, provincia di Treviso, che Giuseppe Pillon e Claudio Foscarini hanno aperto i loro studi calcistici. In settimana, sono stati chiamati a operare al Sud per la salvezza di Pescara e Avellino. Tra oggi e lunedì dovranno sfoderare subito la loro esperienza: Bepi andrà a Palermo, il collega ospiterà il Perugia. E ieri, dal microfono della sala stampa di Pescara, è uscita una grande e semplice verità: «So che ho poco tempo, so che devo far risultato. Lavorare dall’inizio è diverso che subentrare, io solo ho 9 partite». Pillon – soprattutto negli ultimi anni – èun tecnico primaverile, nelsenso che spunta su una panchinada metà marzo in poi.Così è successo dal 2013 a oggicon Reggina, Carpi, Pisa e Alessandria. Ancor prima, gli era capitato a Lumezzane. InB, dopo Andreazzoli e Castori,

è il tecnico con il numero di maglia più alto, 62: «Non vorrei che mi considerassero vecchio perché non è così. Le mie idee sono nuove». A proposito: Foscarini farà 60 anni a novembre. Sarà certamente d’accordo. Intanto, anche ad Avellino è rimasto fedele al suocredo: la panchina va riverniciata di stagione in stagione. Per l’uomo chiamato contratto (annuale) non è tanto una questione di filosofia, quantodi… neuro linguistica. Accantoal diploma di Coverciano, infatti, Foscarini ha messo almuro anche quello di motivatore.«Ho sempre pensato chefosse fondamentale capire lepersone, il loro comportamento», dirà. E se a Cittadella spiegavache Ardemagni andava«galvanizzato» dicendogli «seibravo, sei un grande!», l’altrogiorno l’ha aggiustato così:«Credo che abbia sbagliato,ma sono convinto che ci daràuna mano per salvarci». Il riferimento è all’errore di «comunicazione» tra l’attaccante e i tifosi dopo la sconfitta con il Bari (un gestaccio rivolto alla tribuna, ndr). Ma Foscarini è anche un uomo che crede nel microcosmo del pullman: ad Alzano, dove toccherà la Serie B per la prima volta, raccontava che le vittorie nascevano là dentro. «È un luogo sacro, tutto quello che si dice lì non esce, ci sentiamo tutti uniti». Lunedì, magari, prenderà in prestito anche una frase del paròn: «Chi gà paura, non scenda». (Da La Gazzetta dello Sport)