editoriale

Foschi, genio e sregolatezza: ci mancherà 

Direttore di PadovaSport

Redazione PadovaSport.TV

Ora che Rino Foschi ha lasciato Padova, dopo due anni, ci sentiamo di augurargli il meglio per il prosieguo della sua carriera. Tra i tanti direttori sportivi che hanno transitato da queste parti, negli ultimi tempi, credo che Foschi abbia lasciato qualcosa più di altri: nel modo di interagire con i giornalisti, con la piazza, con il presidente, con la società. Carismatico, irascibile, generoso, competente. Furbo, forse a volte in modo sfacciato. Ricorderò in particolare le urla (mai sentiti tanti decibel tutti insieme, neppure in prima fila nei concerti dal vivo), certe telefonate, le colazioni al Plaza (gli chiesi com'è vivere in albergo per due anni, mi rispose "un po' noioso di sera"), il modo di raccontare le operazioni di mercato, con l'estasi di un bambino ("Pensa che bello, pensa a quanto sarebbe divertente se venisse questo o quell'altro, ho in mente un'operazione che se va in porto..."), quel profilo alto e un po' ingobbito che faceva capolino all'improvviso a Bresseo, certe imprecazioni quasi distorte nel suo romagnolo. Foschi è uno di quei personaggi che rendono il mondo del calcio meno scontato. Che ti fanno capire che, comunque, nonostante tutto il marcio o tutta la finzione che ci può essere, c'è ancora chi lavora con passione. Un po' forse ci mancherà.