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Glerean incanta gli sportivi di Chioggia, pienone nella serata sui temi del calcio giovanile

A lezione di calcio da Ezio Glerean. Per una sera il giardino bar “Moai” di Sottomarina ha trasformato le sue tradizionali abitudini musicali in una disquisizione sul mondo del pallone che ha attirato molti addetti ai lavori ma anche semplici...

Redazione PadovaSport.TV

A lezione di calcio da Ezio Glerean. Per una sera il giardino bar “Moai” di Sottomarina ha trasformato le sue tradizionali abitudini musicali in una disquisizione sul mondo del pallone che ha attirato molti addetti ai lavori ma anche semplici appassionati. Il pretesto: il libro che Ezio Glerean ha scritto sulle basi comportamentali del calcio e sugli sviluppi del settore giovanile. Un libro che, come ha ricordato Carlo Cruccu, responsabile delle pagine sportive del nostro giornale, non celebra vittorie o gesta del passato, ma che è proiettato verso il futuro. La ricerca dell’isola che non c’è più, quel calcio valvola di sfogo di un sano divertimento che è ormai scomparso. «Quando sono arrivati gli allenatori» ha sintetizzato l’ex tecnico del Cittadella «i campioni sono scomparsi dal nostro calcio. Nessun allenatore può insegnare a diventare campione. Una dote naturale che, proprio per questo, non va imbrigliata. Il ragazzino deve essere lasciato libero di divertirsi, altrimenti si stanca e se ne va, sprecando così il suo talento. Giocare due o tre ore a settimana, come si usa fare adesso nei settori giovanili, non serve a niente. Fateli giocare per molte ore, come si faceva un tempo, all’oratorio e vedrete che torneremo a sfornare campioni». Settori giovanili che abbondano di ragazzi che lanciano pochissimi giocatori nel grande calcio. «Non ci sono più le selezioni naturali come si faceva un tempo anche tra ragazzini, quando si sceglievano i più bravi per formare le squadre. Giocano tutti, ma sono imbrigliati dalle regole». Frequenti i riferimenti all’Ajax, grande scuola calcistica mondiale alla quale spesso Glerean si è ispirato. «Da loro i più piccoli giocano anche contro i più grandi. Naturalmente perdono, ma così facendo viene insegnato loro il valore della sconfitta. Ho filmato genitori in tribuna durante una partita poi ho rifatto vedere loro le immagini e tutti si sentivano molto imbarazzati». Tra gli intervenuti anche Marco Scarpa, ora osservatore della nazionale azzurra ma grande protagonista dello spettacolare Cittadella del 3-3-4, che ha spiegato lo spirito di quella grande squadra e quanto Glerean abbia influito nella sua carriera. Insomma una serata all’insegna del grande calcio dove ha avuto torto solo chi è rimasto a casa.