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Mestre, si avvicina il grande giorno. E il presidente Serena si sbilancia: “Voglio confermare Zironelli”

Stefano Serena (pres. Mestre)

Il grande giorno si avvicina e il presidente Stefano Serena inizia a sentire l’emozione. Meno di una settimana al 19 marzo, festa del papà e per lui, la prima in assoluto al Baracca sarà come una festa doppia. «Mi fa piacere sentir dire che...

Redazione PadovaSport.TV

Il grande giorno si avvicina e il presidente Stefano Serena inizia a sentire l’emozione. Meno di una settimana al 19 marzo, festa del papà e per lui, la prima in assoluto al Baracca sarà come una festa doppia. «Mi fa piacere sentir dire che molti mi considerano il “papà” del Baracca. Per me è una grande gioia. Mi sento come un maratoneta che è a pochi metri dal traguardo. Gioia, soddisfazione e tutte le emozioni che sono nate e stanno nascendo attorno al Baracca sono sintomo che c’è una forte risposta da parte di tutti. Poi è nata l’unione delle associazioni mestrine anche non sportive che si sono avvicinate allo stadio e lo considerano una conquista dopo anni di sacrifici. Altri prima di me ci avevano provato e hanno fallito. Il fatto che, con tutto lo staff, ci sia riuscito io può solo rendermi orgoglioso. È una soddisfazione anche per il Comune, per la squadra, per i cittadini, per tutti quelli che hanno riscoperto l’orgoglio di essere di Mestre. Ma questo non c’entra nulla con la politica. Questo è solo un regalo che la città meritava da tempo. Poi ci sarà anche una partita da vincere, e ripeto da vincere, non solo per festeggiare il ritorno al Baracca ma per dimostrare che meritiamo il primo posto. Io? Sarò un po’ emozionato ma cercherò di non farlo vedere. Non vergogno di nulla anzi ne sono orgoglioso, ma è il mio carattere». Il presidente si sofferma sulla squadra. «Zironelli voglio riconfermarlo a prescindere da tutto e presto avremo un incontro ma è mio desiderio poterlo trattenere insieme allo staff tecnico perché si è creato un grande feeling con tutti. Lui ha una grande capacità di insegnamento e preparazione nei confronti dei giocatori per merito anche dello staff. Si è costruito qualcosa che va al di là del semplice giocare bene a calcio e intendo in tutti i reparti non solo quelli che scendono in campo. Tutta la piramide societaria parla una sola lingua. Abbiamo imparato ad avere una grande forza interiore per raggiungere gli obiettivi senza mai sentirsi superiori agli altri. Rispetto per tutti ma paura per nessuno». (Da La Nuova Venezia)

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