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Il Mattino: “Attila” Penocchio, peggio di Viganò e Farina

Dall’editoriale de Il Mattino, a firma Stefano Edel: Farina? Furbo e ambizioso, capace di arrivare a mettere le mani su ben dieci società di calcio (oltre al Padova, Milan, Vicenza, Modena, Livorno, Rovigo, Legnago, Valdagno, Schio e Audace...

Redazione PadovaSport.TV

Dall'editoriale de Il Mattino, a firma Stefano Edel:

Farina? Furbo e ambizioso, capace di arrivare a mettere le mani su ben dieci società di calcio (oltre al Padova, Milan, Vicenza, Modena, Livorno, Rovigo, Legnago, Valdagno, Schio e Audace San Michele Extra, alle porte di Verona), alcune veri e propri satelliti della sua galassia. Viganò? I soldi ce li aveva, peccato che non andasse d’accordo con i soci, Corrubolo e Fioretti, e che si fosse circondato di collaboratori incapaci. Ma quando lasciò, dopo una caduta a picco di tre categorie (dalla serie A alla C/2) in quattro stagioni, se ne andò cospargendosi il capo di cenere e comunque con 9 miliardi e mezzo di lire in tasca (ne aveva pagati 6 a Giordani-Puggina...). In 40 anni di storia del Biancoscudo sono stati sicuramente loro due i proprietari più sciagurati che la piazza ricordi prima di Diego Penocchio, 58enne bresciano, il quale in meno di dodici mesi li ha superati, novello re Attila, minando alle radici un club con 104 anni di storia alle spalle. Non avevamo mai visto uno scempio del genere e tanta sfrontatezza dal 1978 - anno di fondazione del nostro giornale - in poi. Abusare della buonafede dei tifosi e della loro passione per ingannarli e lasciarli nello sconcerto totale è peccato grave, anzi gravissimo, che consiglierebbe, a parziale rimedio per i danni arrecati, una schietta e forte autocritica, senza “se” nè “ma”. Invece il patron lombardo sfida tutto e tutti con un silenzio sprezzante e provocatorio, tanto più offensivo perché lo stillicidio di notizie negative che lo riguardano non può non avere ricadute sui dipendenti, giustamente preoccupati per il loro posto, prima ancora che sui tifosi. La realtà è che a Penocchio frega poco o nulla del Padova, molto di più gli interessa la Ormis, il gruppo di cui detiene il 72% delle quote. Il calcio è utile solo se porta benefici al Gruppo siderurgico che presiede. Punto e basta. Con questo signore impegnato adesso a traccheggiare in attesa di un... salvatore che non si vede all’orizzonte, e che anche se ci fosse si guarderebbe bene dall’entrare in una Spa indagata dalla magistratura, il futuro del Padova è fortemente a rischio. Non ci sono prospettive, non esiste un progetto, mancano soprattutto i soldi. Una drammatica realtà. In pochi mesi siamo diventati come Venezia, Vicenza e Treviso. Speriamo solo, a differenza loro, di non scomparire.