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Nuovo Euganeo, Zabeo (Zed): “Il progetto di Bonetto? Stadio troppo piccolo per noi”

Continua la discussione in città, dopo le dichiarazioni dell'ad biancoscudato

Stefano Viafora

Progetto spettacolare quello presentato da Roberto Bonetto, relativo al nuovo Euganeo. Ma in città c'è ancora da vincere una certa resistenza: a PadovaSport.tv è intervenuto Diego Zabeo, il numero uno di Zed, società che da qualche anno sta portando Padova a scalare le vette dell'intrattenimento musicale: "In linea di massima - spiega l'imprenditore - sono dalla parte del sindaco Bitonci, al momento c'è il progetto del Plebiscito, sarà lui poi a valutare eventuali altre idee sulla zona Euganeo. Cosa ne penso del progetto di Roberto Bonetto? Onestamente uno stadio da 22.000 spettatori è troppo piccolo per noi, anche ricavando ulteriori posti per i concerti (come la zona parterre, ndr). Il progetto così com'è ci costringerebbe a guardarci altrove per i grandi concerti della stagione estiva. Ripeto, sono dell'idea che debba decidere il sindaco, io farò musica solo se lo stadio sarà ancora idoneo". Sul caso, intervistato da Il Mattino, è intervenuto anche Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom, associazione che “drizza le antenne” ogni volta che si parla di nuove strutture commerciali. «Il Padova, cioè la squadra, e Padova, intesa come città, si meritano la serie A e uno stadio nuovo – sottolinea Bertin – Ma il nuovo impianto non può essere il “cavallo di Troia” utile per vanificare la nostra battaglia decennale contro i centri commerciali. Mi sento di sostenere il pensiero del sindaco quando dice che ogni ambito commerciale dovrà essere realizzato all’interno della struttura del nuovo stadio e non attorno ad essa – chiarisce il presidente padovano dell’Ascom – Noi non possiamo non sottolineare come i centri commerciali all’ingresso della città costituiscano una minaccia fortissima per il commercio cittadino che è anche l’unico baluardo, con le sue vetrine e con la sua forza di attrazione, contro la desertificazione ed il degrado in centro e nei quartieri». Da qui il messaggio di Bertin ai tifosi: «Sono anch’io un appassionato del Calcio Padova. Ma non può essere sempre e solo il commercio a pagare dazio». Infine una constatazione: «Dopo la crisi da qualche mese a questa parte stiamo assistendo ad una ripresa dei progetti, veri o presunti, su aree da riqualificare o ancora vergini o quasi tali, che di volta in volta vengono supportati da giustificazioni che tendono ad occultare il pericolo principale: quello di una cementificazione selvaggia di dubbia utilità. A cosa possono servire 24 mila metri quadrati di alberghi e 18 mila di abitazioni vicino allo stadio?». Insomma, il sasso è stato lanciato (da Roberto Bonetto), ora è la città, con le sue tante componenti, a dover "recepire".