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QUANDO IL PADOVA VINSE (E PERSE) LO SCUDETTO 2006

Vi riportiamo un esilarante articolo del giornalista de "Il Mattino" Furio Stella, una rivisitazione surreale e ironica della vicenda Calciopoli.

Redazione PadovaSport.TV

di Furio Stella

E’ il gran giorno dello scudetto 2006. La Figc, dopo averlo revocato all’Inter dopo le intercettazioni telefoniche tra il presidente Moratti e l’ex designatore Bergamo, è chiamata ad attribuirlo a un’altra squadra. Impossibile ridarlo alla Juve, escluse anche le già colpevoli Milan, Lazio e Fiorentina, out anche l’Udinese (Spalletti parlava con Bergamo) e il Palermo (Zamparini idem). L’elenco dei «no» si allunga: dalle intercettazioni dei legali di Moggi risulta infatti che i presidenti di società che hanno parlato al telefono con Bergamo sono 35. Tra loro anche Preziosi del Genoa («Stavo solo giocando», si è inutilmente giustificato), Cairo del Torino («Avevo sbagliato numero») e D’Odorico del Gallipoli («Impossibile, non avevo neanche i soldi per la ricarica...»).

10 AGOSTO 2010. Il rischio che lo scudetto venga assegnato a una squadra del Sud (Napoli, Messina, Reggina, Catanzaro e Teramo le papabili) provoca l’immediato altolà della Lega Nord. Risultato: vengono eliminate per decreto tutte le squadre in cui il partito del «senatur» non si è presentato alle regionali di marzo. Apprezzamenti pubblici per il presidente del Padova Marcello Cestaro che all’altoparlante dell’Euganeo urla sempre «forsa ragassi!». «Un vero veneto», lo elogia il neogovernatore Zaia.

12 AGOSTO 2010. Anche il Casms vuole dire la sua. Per problemi di ordine pubblico viene vietata l’assegnazione dello scudetto a tutte le squadre che iniziano con C, S o M (Chievo, Cagliari, Sampdoria, Mantova, Monza, Cesena e Cremonese). A quest’ultima, che contiene tutte e tre le lettere, viene permesso di giocare le partite, ma solo se Varricchio sarà abbonato a Sky e in possesso della tessera del tifoso. A Padova intanto pesanti sospetti sulla regolarità del concorso «Vota il Biancoscudato del Secolo». Dopo un nuovo controllo delle schede viene revocata la vittoria di Nanu Galderisi. In serata Gianni Potti annuncia: «I vincitori sono ex aequo Rudman e Sconziano».

13 AGOSTO 2010. Al Consiglio dei Ministri, dove si discute di riforme senza riuscire a farne una, salta l’abolizione delle province. Il presidente federale Giancarlo Abete, interpretando la norma secondo il diritto calcistico, vieta l’assegnazione dello scudetto alle squadre non capoluogo. Scartate Empoli, Cittadella, Albinoleffe e Sangiovannese. Escluso anche il BelIaria cui il ds De Franceschi aveva offerto i fratelli Gasparetto. A Frascati, intanto, l’ex stratega Di Costanzo vince il torneo regionale di Risiko.

14 AGOSTO 2010. Esclusione per esclusione, lo scudetto è assegnato al Padova che nel 2006 si era classificato nono in C/1 (dunque 59º posto in assoluto). Essendosi fatto tardi, e per colpa del ponte di Ferragosto, l’ufficializzazione viene rimandata al 16 agosto «purché dalle intercettazioni telefoniche non risultino contatti fra il Padova e Bergamo». Nel frattempo Cestaro richiama Sabatini che aveva esonerato il giorno prima per la diciassettesima volta.

15 AGOSTO 2010. Informato da una comunicazione non ufficiale, Cestaro disdice i 122 appuntamenti di lavoro presi per Ferragosto e riunisce tutto il suo stato maggiore alla Unicomm di Vicenza. A mezzanotte passata, dopo otto ore di consiglio e con l’aria condizionata spenta, Gianluca Sottovia crolla. «Ebbene sì, nel 2006 anch’io ho chiamato Bergamo - confessa il dg fra le lacrime - Ho telefonato all’Atalanta tre volte per avere Manzoni, Filippini e Bonaventura. Ho ancora il prefisso di Bergamo sul telefonino. 035».

16 AGOSTO 2010. Revocato lo scudetto al Padova. I giornali parlano dello «scudetto di Ferragosto», è il più breve in assoluto nella storia del calcio. Lady B, che si era già fatta tatuare il tricolore, tenta inutilmente di consolare Cestaro: «Su Marcello, almeno un record l’abbiamo fatto...». La Federcalcio si riunisce in seduta fiume per assegnare ’sto maledetto scudetto 2006. Ora sperano Este e Albignasego.