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Viscidi riparte con Sacchi

Ha cominciato la sua ascesa nel mondo del calcio dal Padova, a 24 anni, alla guida delle giovanili bianco scudate. Si è fatto conoscere ed apprezzare grazie alla passione e alla cura maniacale per la tattica con il sogno di lavorare, prima o poi,...

Redazione PadovaSport.TV

Ha cominciato la sua ascesa nel mondo del calcio dal Padova, a 24 anni, alla guida delle giovanili bianco scudate. Si è fatto conoscere ed apprezzare grazie alla passione e alla cura maniacale per la tattica con il sogno di lavorare, prima o poi, con il suo grande ispiratore Sacchi. E alla fine Maurizio Viscidi, 48 anni vicentino di Bassano, allenatore di Treviso e Vicenza (ultima stagione a Modena nel 2005-06, solo tre partite) ce l’ha fatta. Perché l’Arrigo nazionale, fresco di nomina FIGC per il coordinamento delle squadre giovanili azzurre lo ha voluto al suo fianco per lavorare in tandem alla Ricostruzione, dopo la pesante disfatta mondiale.Viscidi, come è nato quest’amicizia con Sacchi?Rimasi affascinato dal gioco del suo Milan quando ero a Padova ad allenare i giovani. E proprio in quel periodo arrivò la chiamata del Milan che mi volle come allenatore delle giovanili, con Sacchi in prima squadra. La sfortuna volle che quando arrivai Arrigo fu sostituito da Capello. L’amicizia nacque nei mesi precedenti a Usa 94, quando la nazionale guidata da Sacchi si allenava a Milanello con la mia Primavera come sparring-partner. C’è anche Baggio tra i nomi nuovi della FIGC…Una chiamata un po’ a sorpresa perché Baggio non è proprio dentro alle problematiche del calcio attuale. Ma c’è un lato positivo: la sua fama permetterà di dare importanza a un settore della federazione, quello tecnico, caduto nell’oblio. E poi comunque ad affiancarlo ci sarà Renzo Ulivieri.Su quali aspetti vi concentrerete per rifondare le giovanili azzurre?Tre in particolare. Il primo riguarderà il coordinamento di tutte le squadre: affiancaremo tutti gli allenatori delle giovanili per dare una linea comune. Poi instaureremo un rapporto diretto con le società professionistiche, parleremo assieme di metodologie per creare una sinergia con i club non solo a parole. Infine costruiremo, come nei club, una rete di osservatori.Il modello sarà la Spagna campione del mondo?La Spagna sarà un modello da studiare e non da copiare. E’ importante adattarlo alle caratteristiche del nostro calcio. Dobbiamo ricostruire un Modello Italia, che non esiste più da tempo. Ma non c’è solo la Spagna nel nostro mirino, ci concentreremo anche su Francia, Olanda e Svizzera. Padova e Cittadella in questo calciomercato si stanno muovendo in linea con questi dettami...Entrambe hanno capito le nuove tendenze, il Cittadella da tempo ha intrapreso la strada della valorizzazione dei giovani, non solo del proprio vivaio, ma anche di quello dei grandi club. Il Padova ha iniziato quest’anno acquistando giovani davvero molto interessanti. Ma è una strada che sta diventando obbligata per cercare di abbattere i costi.