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Bergamin e il futuro del Padova: “Ancora tre-quattro partite e possiamo cominciare a fare qualche calcolo. Nuovi soci? Il mese prossimo i primi colloqui”

Il nuovo Padova targato Bergamin-Bonetto sta marciando spedito verso la seconda parte del suo primo anno di vita, ma a decidere dove si collocherà sarà la squadra, sul campo. Queste le parole del presidente Giuseppe Bergamin, intervistato da Il...

Redazione PadovaSport.TV

Il nuovo Padova targato Bergamin-Bonetto sta marciando spedito verso la seconda parte del suo primo anno di vita, ma a decidere dove si collocherà sarà la squadra, sul campo. Queste le parole del presidente Giuseppe Bergamin, intervistato da Il Mattino: «Io ragiono in termini di Lega Pro sin dall'inizio del campionato, in tutta sincerità - ammette - Questo non significa fare voli pindarici: l'obiettivo non è ancora stato raggiunto, anche se siamo sulla buona strada, ma ragionare nell'ottica di una categoria superiore diventa obbligatorio, a questo punto. Ci sono tante cose da sistemare: la parte finanziaria, quella tecnica, così come quella organizzativa». Ci sono nuovi soci all'orizzonte, pronti a darvi una mano? «Il nostro appello l'abbiamo lanciato, speriamo che si muova qualcosa: stiamo sollecitando alcune persone, ma i primi colloqui per arrivare al dunque, se ci sarà questa possibilità, avverranno il mese prossimo. Per ora ci sono dei contatti, che speriamo vadano a buon fine: non vorrei fare le cose all'ultimo momento, preferisco pensarci per tempo per sbagliare il meno possibile». Secondo lei quanti punti serviranno per vincere il campionato? «A me basta arrivare un punto davanti all'Altovicentino, adesso è un po' presto per fare i conti, ma penso che fra tre o quattro partite sarà già più facile cominciare a fare qualche calcolo. Abbiamo delle gare dure ad attenderci, vedi quelle di Belluno e Trieste. In tutto, ci aspettano sette match in casa e cinque fuori, per non dilapidare il vantaggio non basta vincere tutte quelle all'Euganeo: mettendo insieme 21 punti arriveremmo a 74, temo che siano pochi. Penso che per chiudere al primo posto ce ne serviranno almeno 80»