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Cunico-mania: “Padova la piazza più calda in cui ho giocato, avevo bisogno di nuovi stimoli”

In una lunga intervista concessa al Mattino, Marco Cunico, 9 gol in 14 partite e 36 anni sull groppone, ha parlato della sua scelta di indossare la maglia biancoscudata e della sua stagione, fin qui davvero esaltante. “A Marano l’anno...

Redazione PadovaSport.TV

In una lunga intervista concessa al Mattino, Marco Cunico, 9 gol in 14 partite e 36 anni sull groppone, ha parlato della sua scelta di indossare la maglia biancoscudata e della sua stagione, fin qui davvero esaltante. "A Marano l'anno scorso mi ero espresso male - racconta - e così a fine anno mi sono interrogato a lungo. Mi sono posto tante domande e, appena è capitata l'occasione di venire a Padova, l'ho colta al volo. Avevo bisogno di qualcosa di grande e stimolante. Avevo bisogno forse anche delle responsabilità che mi sono state date qui. Non era ancora arrivato il momento di fare brutte figure, mi sono gettato corpo e anima in questo progetto, consapevole che le cose possono cambiare in un attimo. Da male in bene e viceversa". La fascia consegnata da Parlato è stato forse il gesto chiave: "Un indice di ulteriore stima, che permette di restare concentrati ancora di più. Tra virgolette ci sono anche abituato, a Portogruaro ho indossato la fascia a 25 anni. Non pensavo però di segnare così tanto, a inizio stagione mi muovevo davanti alla difesa. Poi il mister ha visto che il gioco era un po' ingolfato, sono cambiate alcune cose e sono tornato a giostrare dietro le punte. Sono sempre stato un “numero 10”, ma non ho mai cercato con insistenza in questa stagione la rete. E anche per questo sono felice". Dopo i rigori sbagliati, massima fiduca da parte del mister... "Sì, perché non mi ha detto nulla. Anche una frase del tipo Te la senti di tirare ancora? mi avrebbe potuto mettere più pensieri in testa. È andato avanti per la sua strada e questo mi ha aiutato molto". Il gol a cui è più affezionato? "Forse il secondo contro il Legnago, non tanto per la sua fattura, quanto perché l'ho realizzato nella porta davanti alla “Fattori” e mi ha permesso di correre sotto gli ultras, assieme ai compagni, per esultare. Avevo segnato in quella porta anche contro il Mori, ma era stata una punizione deviata. Ci tenevo a festeggiare sotto la curva. Padova è la piazza più calda in cui ho giocato. Qualcuno, arrivato ad una certa età, preferisce scegliere squadre più tranquille. Io, invece, ho sempre bisogno di stimoli ed emozioni. Non potevo fare scelta migliore quest'estate". La sfida all'Altovicentino è sempre più vicina. Quanto sente questa rivalità? "Non ci penso. Sono concentrato solo sul Ripa La Fenadora per raggiungere il nostro obiettivo, cogliere sei punti prima di Natale. Attenzione ai bellunesi, hanno dimostrato di essere temibili. Poi potremmo concentrarci sull'Altovicentino, ma il 4 gennaio non sarà una gara decisiva".