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Festa con le vecchie glorie pensando al futuro. Humberto Rosa: “Torneremo grandi”

Centocinque anni e uno spirito tutto nuovo. È andato in scena così, ieri sera a Rubano, il compleanno del Calcio Padova. Un Calcio Padova che al momento non c’è più, ma che merita e medita di tornare presto in vita. Per il momento, c’è la...

Redazione PadovaSport.TV

Centocinque anni e uno spirito tutto nuovo. È andato in scena così, ieri sera a Rubano, il compleanno del Calcio Padova. Un Calcio Padova che al momento non c’è più, ma che merita e medita di tornare presto in vita. Per il momento, c’è la Biancoscudati Padova, ma ieri, 29 gennaio, a distanza di un secolo e un lustro dalla fondazione della squadra di calcio della città, era necessario festeggiare comunque nel modo giusto: brindisi, sorrisi, ma soprattutto ricordi e buoni auspici. Centocinque anni e non sentirli. Oggi come ieri, il passaggio tra Gastone Zanon e Humberto Rosa a Carmine Parlato e i suoi ragazzi è breve. Tutti radunati, all’evento organizzato dalla linea di abbigliamento 665 che veste la società biancoscudata, tra vecchie glorie e giocatori di oggi. Oltre ai due panzer, i capitani di una volta, Emilio Da Re e Damiano Longhi, schierati in prima fila di fronte a coloro che la scorsa estate hanno permesso al biancoscudo di continuare a vivere. Il presidente Giuseppe Begramin, l’amministratore delegato Roberto Bonetto e il vicepresidente Edoardo, seguiti dal diesse Fabrizio De Poli e da una folta rappresentanza della prima squadra, oltre ovviamente al tecnico Carmine Parlato. Tutti a festeggiare la maglia insieme ai tanti tifosi accorsi, di fronte alle immagini di una volta, di un Appiani stracolmo e ribollente di passione, delle vittorie degli anni Cinquanta e di quelle immagini in bianco e nero, del gol di Humberto Rosa contro la Juventus davanti ai trentamila di via Carducci, «Mai avevo rivisto quel gol», l’ammissione di Rosa, insieme a Zanon tra i grandi di Rocco che raggiunsero il miglior piazzamento di sempre in Serie A, «Peccato che, a distanza di tanti anni da allora, il Padova sia finito addirittura nei Dilettanti. Ma a me non interessano le porcherie che qualcuno ha fatto, il Padova sono i giocatori e sono i tifosi. Posso solo augurargli di tornare grande al più presto». «Io ho avuto la fortuna di far parte di una prima risalita», la speranza di Emilio Da Re, «e auguro alla nuova società di poter rifare l’esperienza che a me dal ’79 in poi ha lasciato un ricordo indelebile». «Far parte di questa storia è un onore», ha detto invece Damiano Longhi, il capitano dell’ultimo Padova in Serie A. «La storia va avanti, e spero che la squadra possa tornare presto nelle categorie che la città merita». Un compito che spetta ai giocatori e alla società di oggi: «Ricostruire e riallacciare la storia passata e futura», l’intento di Giuseppe Bergamin, «e riprenderci lo spazio che meritiamo». Per l’occasione, la linea 665 ha disegnato un capo speciale in edizione limitata per i 105 anni biancoscudati. I primi, sono stati regalati proprio ieri: il capo numero 90 a Gastone Zanon, ormai memoria storica con i suoi novantanni; il numero 8 a Emilio Da Re, come le stagioni disputate in maglia biancoscudata; e il 32 a Damiano Longhi, come gli anni che il biancoscudo ha aspettato prima di tornare in Serie A fino al 1994. Al Biancoscudo ieri gli auguri sono giunti anche via web da altri personaggi del passato: «Tanti auguri Calcio Padova, sempre nel mio cuore», ha scritto Matias Cuffa. Il Biancoscudo rimane nel cuore, e presto spera di tornare grande.