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Giandonato fa le bizze: “Non sono venuto a Padova per aspettare le squalifiche di qualche compagno…”

Forse è ancora troppo poco per essere definito un “caso”. Ma le parole di Manuel Giandonato non sono certo un banale sfogo. Quattro sole presenze in campionato, due da subentrante e due, con il Mantova e a Pavia, da titolare. Il...

Redazione PadovaSport.TV

Forse è ancora troppo poco per essere definito un “caso”. Ma le parole di Manuel Giandonato non sono certo un banale sfogo. Quattro sole presenze in campionato, due da subentrante e due, con il Mantova e a Pavia, da titolare. Il centrocampista, giunto in biancoscudato a luglio, potrebbe ritrovare una maglia dal primo minuto sabato contro il Cuneo, complice l’assenza per squalifica di Daniele Corti. Ma questo, evidentemente, al 24enne cresciuto nel vivaio della Juventus non basta. E quelli che escono dagli scarpini, a ben guardare, sono più che semplici sassolini. «Diciamo che la mia stagione va un po’ a periodi, perché il mister sta decidendo così», commenta Giandonato. «Ma io non ero venuto qui per aspettare le squalifiche di qualche compagno o i periodi nei quali ci sarebbe stato bisogno di me: ero arrivato a Padova per essere un giocatore importante, eppure il mister in questo momento sta dicendo altre cose. Mi farò trovare pronto quando sarò chiamato in causa, come ho già dimostrato sinora». È una situazione che le pesa? «A nessuno fa piacere stare fuori. Ma soprattutto non mi piace perché quest’estate mi era stata prospettata un’altra situazione. Sono comunque sereno, tranquillo, e sicuro di me stesso: ho dimostrato di potermela giocare benissimo in questa squadra». Cosa intende, riferendosi alle rassicurazioni di quest’estate? «Ero stato preso per essere un giocatore importante, un perno di questa squadra, mi erano state date rassicurazioni in tal senso. Adesso non sono contento dal punto di vista personale, e nemmeno pienamente se penso al cammino che la squadra sta seguendo in queste ultime gare. C’è stata qualche battuta d’arresto di troppo». A cosa pensa sia dovuto lo scarso impiego da parte del tecnico? «Il mio è un ruolo delicato, e io sono uno che predilige la manovra palla a terra, la giocata in verticale, e invece in questo momento il mister sta puntando sulla qualità solo in attacco, mentre a centrocampo preferisce quantità e corsa. Sicuramente ho un deficit di dinamismo rispetto a chi sta giocando in questo momento, ma penso che le gare con Mantova e Pavia abbiano dimostrato che posso dire la mia anche in fase difensiva: ho recuperato molti palloni, e mi sono fatto valere anche in quelle situazioni». Ciò significa che a gennaio, nonostante lei abbia ancora un anno e mezzo di contratto, potrebbe accadere qualcosa? «La situazione è quella che è, ma siamo solo a novembre e da qui a gennaio possono cambiare tante cose. Se la situazione dovesse rimanere questa, vedremo. Ma non credo ci saranno grandi ribaltoni». In ogni caso, sabato potrebbe ritrovare un posto da titolare. E con il Cuneo dovrete confermare le buone impressioni di Cremona. «Un passo in avanti è arrivato, rispetto alla gara con il Pordenone abbiamo messo quel qualcosa in più che ci ha permesso di arrivare diverse volte in zona gol. Se sabato giocheremo da Padova, propositivi e spavaldi, sono convinto che porteremo a casa i tre punti». Le prossime tre gare possono essere un crocevia per la vostra stagione. È d’accordo? «Sì, e probabilmente quella con il Cuneo è la più difficile. Gare semplici non ci sono mai, se pensiamo che la Pro Patria, avversaria successiva, è riuscita a strappare un punto alla Reggiana. Ma sabato può essere un passaggio fondamentale: con una vittoria ci staccheremmo dalla zona “calda” della classifica, sarebbe molto importante portare a casa l’en plein».