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Il Mattino: meglio blindare subito ds e allenatore

Domanda che un po’ tutti, tifosi e addetti ai lavori, ci poniamo in questi giorni: quando ci sarà l’annuncio relativo a direttore sportivo e allenatore della Biancoscudati Padova (continueremo a chiamarla così finchè non tornerà al vecchio...

Redazione PadovaSport.TV

Domanda che un po’ tutti, tifosi e addetti ai lavori, ci poniamo in questi giorni: quando ci sarà l’annuncio relativo a direttore sportivo e allenatore della Biancoscudati Padova (continueremo a chiamarla così finchè non tornerà al vecchio nome, non prima dell’estate in ogni caso), primo tassello della prossima stagione di Lega Pro? Chiariamo subito: di Giuseppe Bergamin e di Roberto Bonetto ci fidiamo, hanno dimostrato con i fatti, e non con le belle parole, di essere imprenditori credibili e seri, ma il calcio, e lo sport in generale, ha delle dinamiche proprie, che di solito non corrispondono a criteri e tempistica relativi alla gestione di un’azienda, e questo, per chi sprovveduto non è come i proprietari del Biancoscudo, è un dato di cui non si può non tenere conto. Ecco, allora, che un ragionamento va fatto sul quadro d’insieme delineatosi dopo Legnago, quando - era il 19 aprile - abbiamo festeggiato il ritorno tra i professionisti di una squadra che, oltre che per i record, ha trionfato grazie ad una parola sin troppo abusata nel mondo del pallone, ma sempre calzante e attuale: il gruppo. Siamo d’accordo, crediamo, nel sottolineare che mai come dallo scorso agosto sino ad oggi la “filosofia” del remare tutti dalla stessa parte sia stata produttiva e vincente, e per questo motivo riteniamo che su tale strada si debba proseguire, al di là dell’ingresso di nuovi soci o dell’allargamento del numero degli sponsor. A Padova da decenni, lasciatecelo dire dopo aver assistito ad interpretazioni del ruolo di presidente che tutto sono sembrate fuorchè improntate alla programmazione, si sente il bisogno di aprire un ciclo, tanto più se capace di portare frutti copiosi, com’è già avvenuto al primo anno con il club in mano ai padovani. Ciclo significa fare le cose perbene, calibrare con attenzione ogni scelta, e allo stesso tempo coinvolgere, nella chiarezza del progetto, una piazza che è tornata a vibrare di passione ed entusiasmo perché si è sentita parte attiva nella corsa al salto di categoria. Siamo sicuri che la “B&B” di viale Rocco abbia ben presente tutto ciò, ed in effetti le interviste che rilascia e le presenze nei salotti televisivi seguite al grande risultato incoraggiano ad avere fiducia. Una dichiarazione di Bonetto a Tv7 Triveneta, lunedì sera, nel corso della trasmissione di Giorgio Borile, dice già molto in tal senso: «La società è composta dal sottoscritto e da Giuseppe Bergamin, abbiamo le potenzialità per gestire tranquillamente il Padova e quindi andiamo avanti senza alcun problema. Poi, se qualche imprenditore padovano vorrà entrare, ben venga, ma oggi come oggi non c’è nessuno pronto a darci una mano». E il presidente: «Aziende che ci daranno una mano dal punto di vista della sponsorizzazione? Credo che ce ne saranno tante, o comunque lo spero». Espliciti, i due lasciano intendere che sanno cavarsela da soli. Una garanzia solida. Ma torniamo a bomba: perché aspettare ancora, se si hanno davvero concrete certezze, ad ufficializzare la riconferma dello staff tecnico? Non crediamo si tratti di problemi economici, visto che né De Poli né tantomeno Parlato, a sentire le loro dichiarazioni, fanno dei soldi una priorità. Forse di strategie e obiettivi conseguenti? Si parla di piani ambiziosi perché il Padova è pur sempre il Padova, e non si vuole affrontare la Lega Pro con l’idea di disputare un torneo anonimo o di medio-bassa classifica. Se così è, prima s’incastrano i tasselli al loro posto e meglio è. Anzi, dovrebbe essere. Per ovvie ragioni. Permetteteci una (modesta) forzatura. Un diesse e un allenatore che hanno fatto così bene sono inevitabilmente oggetto di attenzioni da parte di altre realtà: e tanto De Poli che Parlato hanno estimatori in giro per l’Italia. Tutt’e due, però, hanno dichiarato di sentirsi legati a Padova e al Padova - il primo è stato addirittura profeta in patria - e non vogliono affrontare discorsi diversi, per ora, concentrati come sono a lavorare qui. A questo punto sarebbe auspicabile che Bergamin e Bonetto li (ri)chiamassero, uno alla volta, al tavolo della trattativa per chiudere. A nostro avviso hanno il diritto entrambi di giocarsi una nuova sfida dove hanno vinto, anzi stravinto. Possiamo sperare, cari presidente e a.d., che la “fumata bianca” giunga entro fine settimana? Grazie in anticipo.