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Il Mattino: tra Pea e Cestaro un feeling mai sbocciato

Riportiamo da Il Mattino di oggi l’articolo, a firma Stefano Edel, sulla questione De Zerbi e sul rapporto Pea-Cestaro: «Mi allineo, ma non sono d’accordo». Fulvio Pea come Giuseppe Garibaldi, divenuto famoso per l’«Obbedisco!»...

Redazione PadovaSport.TV

Riportiamo da Il Mattino di oggi l'articolo, a firma Stefano Edel, sulla questione De Zerbi e sul rapporto Pea-Cestaro:

«Mi allineo, ma non sono d’accordo». Fulvio Pea come Giuseppe Garibaldi, divenuto famoso per l’«Obbedisco!» scritto in risposta all’ordine del generale La Marmora che gli intimava di sgomberare con i suoi uomini il Trentino in previsione dell’armistizio tra Italia ed Austria (era il 1866)? Perdonateci il paragone un tantino azzardato, ma a noi il tecnico biancoscudato ricorda proprio l’eroe dei due mondi, divenuto famoso per imprese militari spesso ai limiti dell’impossibile, ma forse poco comprese dai “capi” dell’epoca.Uscendo dal contesto storico e venendo alla materia calcistica, oggi che si è consumato il grande “rifiuto” del Padova a Roberto De Zerbi (prima invitato a sottoporsi a più visite mediche per accertarne la completa idoneità fisica, e poi “scaricato” senza neppure una spiegazione dalla società), l’allenatore si lascia andare a sorrisini ironici e si mette in riga, ma dentro di sè in realtà mastica amaro. Credeva nel 33enne trequartista bresciano, passato da queste parti ai tempi della C/2 e felice di tornare in Veneto, e ci credeva soprattutto come alternativa concreta, o forse tassello fisso, al tridente offensivo di “piccoletti” (Farias-Cutolo-Galli) schierato contro il Cittadella, e che nei primi 25’ aveva fatto faville, mettendo in crisi i granata di Foscarini. Un’alternativa tattica allo schieramento con il rifinitore (Farias o Galli) dietro le due punte (Cutolo-Granoche), studiata e voluta per provare a rendere più produttivi e prolifici gli schemi dell’attacco. L’esplosione di Raimondi, uomo della provvidenza nei derby, e le logiche conclusioni tirate dalla dirigenza, restia a privarsi di un ragazzo di enormi prospettive e di qualità indiscusse, hanno rimesso in discussione il progetto. Alla fine il “no” di Cestaro, allineato con Baraldi e Salvatori, che avevano espresso perplessità sull’arrivo di un giocatore che avrebbe chiuso gli spazi al 22enne dell’Arcella, ha pesato in modo determinante.La vicenda si presta ad un paio di considerazioni: 1) conferma che al Padova l’ultima voce in capitolo, ridimensionamento o meno dei costi, è sempre e soltanto quella del cavaliere. Lui è il presidente e lui decide; 2) al di là delle dichiarazioni di circostanza di Pea rilasciate a Bresseo lunedì, sembra di capire che non ci sia molta sintonia di vedute fra le componenti tecniche. L’allenatore esprime una sua esigenza fondata, il club non lo accontenta. E non per l’ammontare economico dell’investimento (60 mila euro fino a giugno), quanto perché convinto che le priorità siano altre.Domanda, a prescindere o meno da De Zerbi: ma così non si rischia di deligittimare il proprio mister all’interno dello spogliatoio, creandogli difficoltà in più? Qui nessuno monta “casi”, ma è pur vero che le pressioni del patron su Pea trovano un altro esempio concreto: ricordiamo, a chi se lo fosse dimenticato o avesse fatto finta di non vedere, che Cestaro lo aveva messo in discussione dopo la terza partita (due pareggi e una sconfitta), senza contare il lungo colloquio a bordocampo dopo la gara di Brescia in cui scuoteva la testa e l’uscita infelice, in sala-stampa, al termine della gara con il Cesena sulla presunta mancanza di cattiveria dei giocatori palesata nella ripresa.Tiriamo le somme, allora: si va avanti così, nel segno della tregua fra datore di lavoro e dipendente, che avrà pure le sue idee (discutibili, certo, quelle su Raimondi, eppure avrà diritto di manifestarle o no?), ma che andrebbe lasciato lavorare più serenamente. Pea, lo ribadiamo, è fra i migliori allenatori che siano passati da queste parti. Ha accettato la scommessa biancoscudata senza tentennamenti. Facciamo sì che non si debba pentire della scelta fatta. Grazie.