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La moglie di Bergamin: “Non mi piace la tribuna vip, voglio tifare. Domenica scorsa abbiamo ospitato la squadra nel nostro giardino”

È sempre stata tifosa del Padova, a maggiore ragione ora che è la moglie del presidente. Giovanna Santi in Bergamin è una fedelissima del biancoscudo. Non perde una partita all’Euganeo e segue la squadra anche in trasferta: dopo Montebelluna...

Redazione PadovaSport.TV

È sempre stata tifosa del Padova, a maggiore ragione ora che è la moglie del presidente. Giovanna Santi in Bergamin è una fedelissima del biancoscudo. Non perde una partita all’Euganeo e segue la squadra anche in trasferta: dopo Montebelluna sarà presente anche a Tamai. «Al di là della partita, tengo a esserci per condividere il momento di commozione che ci sarà in memoria del ragazzo del Tamai che è deceduto. Come società vogliamo onorarlo nel migliore dei modi». Con i friulani la squadra insegue la quarta vittoria di fila. «Non mi aspettavo un inizio così bello, ma ci speravo. Anche se con il Mori mi sono un po’ agitata, sento molto la partita. E la stessa cosa è accaduta a Montebelluna sul 2-1, ero andata un po’ in affanno: frequento i campi di calcio da 44 anni e so che quando una squadra accorcia le distanze prende coraggio e può arrivare anche il pareggio, ma è andata bene». Quindi vorrebbe vincere sempre di goleada? «Non dico questo, ma si sta in ansia». Suo marito all’Euganeo guarda la partita tutto solo, lei invece? «Vado nel mio solito posto, terza fila posto numero 83, insieme alle persone che ho sempre avuto vicino in questi anni. Non voglio andare in tribuna vip, perché se devo cantare canto, se devo incitare incito. Prima andavo allo stadio da tifosa, ora è cambiato dato che sei un po’ nell’occhio del ciclone: i tifosi mi salutano, e fa piacere. Ma preferivo quando andavo allo stadio da tifosa normale. Prima di tutto sono tifosa del Padova, poi sono anche la moglie del presidente». Come è cambiata la domenica nella famiglia Bergamin da quando ha il Padova? «L’anno scorso i biancoscudati giocavano per lo più al sabato, si mangiava un panino in velocità e si andava allo stadio. Anche domenica a pranzo si andava abbastanza di fretta per seguire Marco che giocava in Promozione. È tradizione ritrovarci in famiglia domenica sera. Adesso posso dirle che domenica mio marito è uscito di casa alle 10, io sono andata in bicicletta alle prime due partite all’Euganeo. Per la trasferta con il Montebelluna mio marito è partito con la squadra, io ho raggiunto lo stadio in taxi. La domenica sera è sempre condizionata dal risultato della partita: finora abbiamo sempre vinto, speriamo che continui così». C’è un piatto che suo marito gradisce particolarmente? «Ama le cose semplici come la pasta in bianco, raramente con il sugo. Se con i ragazzi si opta per la pizza, prende una margherita con due fettine di salame e la rucola. Mangiamo volentieri anche il pesce». Restando a suo marito, gioca anche con gli amici nella Sunglass Team che partecipa al torneo amatori Libertas. «Pensavo che mollasse la squadra dei “veciotti”, io la chiamo così. Mi sembra però che non ci senta. Il giovedì sera va a giocare con gli amici, io mi dedico a me stessa: sistemo le mie cose, vado dalla parrucchiera o dall’estetista perché so che non devo correre a casa a preparare”. Tornando al Padova, ha avuto modo di conoscere Parlato? «Già quando sono andata un paio di giorni in ritiro ad Asiago e ho avuto un’impressione più che ottima. Al di là dell’aspetto tecnico, è una persona squisita. Domenica a casa nostra sono venuti anche la moglie e i figli, sono davvero una bella famiglia». Senza volere fare torti a qualcuno, tra i giocatori chi l’ha più colpita? «El Rulo lo avevo già conosciuto ad Asiago, è un giocatore irruento. Anche Mazzocco e Cunico fanno delle belle giocate. Ma in generale quest’anno mi sembra che la squadra esprima un bel gioco rispetto all’anno scorso, mi auguro che sia sempre così». Domenica scorsa, come ha ricordato, avete ospitato a casa tutti i biancoscudati. «Sabato ero un po’ in apprensione, sembrava che domenica dovesse piovere. Avendo un giardino grande, era bello stare fuori. È andato tutto per il meglio, il tempo ci ha aiutato e la squadra ha vinto».