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Melchiorri, un gol da favola. A lieto fine

Da Il Mattino di oggi: Ci sono volte in cui il termine favola è abusato. In altre occasioni, invece, risulta quasi limitativo. È questo il caso di Federico Melchiorri, l’eroe inatteso dell’Euganeo, capace di trascinare squadra e...

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino di oggi:

Ci sono volte in cui il termine favola è abusato. In altre occasioni, invece, risulta quasi limitativo. È questo il caso di Federico Melchiorri, l'eroe inatteso dell'Euganeo, capace di trascinare squadra e pubblico verso la prima vittoria di una stagione da incubo, e vivere un sogno dal quale non si vuole più risvegliare. Per Federico la partita di venerdì valeva molto più di una sfida salvezza, di uno stadio che contesta, di chi è contro Penocchio, Secco e quant'altro. Valeva il ritorno alla vita calcistica, ripresa con la stessa immensa forza d'animo che gli ha permesso di riprendersi la vita di tutti i giorni, dopo un percorso intriso di difficoltà. Il calvario. Per comprendere la favola di Melchiorri bisogna fare un passo indietro, a quando l'attaccante, all'epoca diciannovenne, dopo due buone stagioni nel Tolentino (tra la C2 e la serie D) viene acquistato dal Siena, ed esordisce in A prima di essere spedito in prestito in giro per l'Italia. Ma in terza e quarta serie non sfonda, fino alla mazzata che gli può stroncare qualsiasi sogno. Nel 2011 gli viene diagnosticata una grave malattia, Melchiorri torna nelle Marche e viene sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Tutto, fortunatamente, va per il meglio, ma il ragazzo, iscritto alla facoltà di Economia a Macerata, pensa di aver chiuso con il pallone. Aveva trovato una squadra in Seconda categoria, voleva ripartire da lì («ma noi non gliel'avremmo mai permesso», raccontano gli amici), finché non si fa avanti proprio il Tolentino, che gli offre una chance in Eccellenza. A 24 anni Melchiorri riparte dalla sesta serie. La rinascita. Il bomber torna a giocare come sa, segnando 35 gol in un anno e mezzo con il Tolentino, prima di rientrare a casa, in serie D, con la Maceratese. Qui esplode di nuovo e segna 26 gol avvolto dall'affetto di tutti gli amici. Gli stessi che venerdì hanno brindato e si sono commossi per l'esordio di Federico in B. «Io non lo volevo neanche chiamare», scherza l'amico fraterno Simone Settembri. «Perché non ha esultato come ci aveva promesso. Ma poi non ho resistito e gli ho fatto i complimenti. Mi ha detto che al momento del gol aveva in mente di fare mille cose e non ha capito più nulla. Ancora non gli sembra vero». Alla prossima rete ci dobbiamo aspettare un esultanza speciale? «È una cosa che fa per prendermi in giro, si mette la mano al naso e mima il gesto della proboscide, visto che io ho un naso pronunciato. Fuori dal campo Federico è un ragazzo d'oro, noi siamo amici da 20 anni e non ci siamo mai persi di vista. È sempre stato umile, ma ama stare con la nostra compagnia». Weekend di miele. Un altro amico, Mattia, venerdì l'ha applaudito dall'Euganeo: «Il suo segreto è non avere paura di nulla. È una persona semplice ma che ha affrontato tutte le sfide che la vita gli ha posto lungo il cammino con grande coraggio, e adesso si merita quello che ha, sperando sia solo l'inizio». Subito dopo la partita il bomber è ripartito verso Macerata dove trascorrerà il weekend con la famiglia e la fidanzata Camilla. Sulla sua pagina personale facebook sono centinaia i messaggi di complimenti che si sono succeduti nelle ultime ore. Il profilo pubblico del social network, invece, ha avuto un impennata clamorosa, raddoppiando i fan (ora sono quasi 1.800) dopo la prestazione strabiliante che ha steso il Varese. Padova l'ha già adottato e i tifosi dopo la partita hanno parlato solo di «quanto è forte Melchiorri». Ma tra i tanti messaggi di stima, ce n'è uno particolare, quello della presidente della Maceratese, Maria Francesca Tardella. Personaggio bizzarro (qualche mese fa fu colpita da Daspo), Tardella ha creduto in Melchiorri prendendolo dal Tolentino e alla fine della scorsa stagione l'ha salutato con una commovente lettera pubblica, definendolo anche «patrimonio della città di Macerata». «Posso augurargli solo ogni bene», spiega la presidente. «È un uomo dallo spirito meraviglioso, non l'ho mai visto arrabbiato ma sempre positivo. Anche tuttora è sempre in prima linea nell'appoggiare le manifestazioni di beneficenza in città. È uno di noi, quand’era squalificato vedeva le partite in curva e noi gli staremo sempre al fianco, perché per impegno e umiltà che mette in ogni cosa se lo merita». Il futuro. Ha saputo ripartire da zero anche a Padova: dopo un precampionato incoraggiante, è stato fermato da un’ernia e ha rischiato anche di finire fuori rosa quando, a mercato finito, si discuteva se acquistare o meno un'altra punta. Ma Valentini padre e figlio, maceratesi come lui, non hanno mai smesso di credere in lui. «Perché se segni così tanto, anche nelle categorie minori, non puoi dimenticarlo», gongola l'ad biancoscudato. Quando si è presentato a Padova, Melchiorri ha rivelato che qualcuno l'ha paragonato, in piccolo, a Cavani. Il suo sogno, però, è un altro: «Vuole essere ricordato a Macerata come Pagliari e Morbiducci, maceratesi che si sono a imposti in serie A», svela Tardella. «Se posso dare un consiglio al Padova: coccolatelo sempre.Vedrete che coppia con Vantaggiato».