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Polito choc al Mattino: “Non ci sono le condizioni per continuare, ci ritiriamo”. Padova verso il fallimento

A metà pomeriggio, e dopo la nuova dichiarazione pubblica del sindaco Massimo Bitonci, che ha accusato Diego Penocchio di aver abbandonato la società a se stessa, Guerino Polito rompe gli indugi e annuncia al Mattino: «Non ci sono le condizioni...

Redazione PadovaSport.TV

A metà pomeriggio, e dopo la nuova dichiarazione pubblica del sindaco Massimo Bitonci, che ha accusato Diego Penocchio di aver abbandonato la società a se stessa, Guerino Polito rompe gli indugi e annuncia al Mattino: «Non ci sono le condizioni per andare avanti nella trattativa per l’acquisizione del Calcio Padova. La situazione è talmente confusa che non vogliamo illudere i tifosi. Eravamo partiti con grande entusiasmo, ma prima l’inchiesta della magistratura e poi l’inaffidabilità dei nostri interlocutori ci hanno indotto a fermarci. Il gruppo si ritira». È una notizia-choc per l’ambiente biancoscudato, perchè la cordata di 5 imprenditori («Ma in questi giorni se n’erano aggiunti altri 2-3, tutti animati da buoni propositi») guidata dall’immobiliarista sembrava decisa ad accelerare la trattativa per rilevare la Spa biancoscudata, anche se aveva posto come condizione fondamentale l’azzeramento dei debiti registrati al 30 giugno. Polito, che sino a ieri mattina sperava in una svolta, è avvilito e rassegnato: «Sia con Penocchio che con Cestaro sono stati fatti discorsi molto chiari: i problemi emersi e che riguardano le gestioni del passato e quella di quest’anno se li sarebbero dovuti risolvere loro, da soli. I giocatori e i tecnici non sono stati pagati, domani (oggi, ndr) è venerdì, di tempo a disposizione non ce n’è più. Qui non si tratta solo di tamponare l’emorragia, ma anche e soprattutto di guardare al futuro con garanzie precise. Manca la chiarezza, non siamo riusciti a capire quale e quanto sia il “buco” nei conti. Il sindaco è stato informato della nostra decisione: lo ringraziamo per quanto ha fatto. L’amarezza e la delusione sue sono anche le nostre. Ma avevo e ho un dovere nei confronti degli amici che mi hanno supportato: non esporli a imprevisti o sorprese pericolose».