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Poule scudetto, lo specialista Zubin: “Vorrei vincere il terzo. Il bello è giocare contro squadre di alto livello”

La poule scudetto è alle porte: domani è la vigilia di Castiglione-Padova, primo atto del triangolare del Nord delle vincenti della Serie D, e Carmine Parlato si affida al suo specialista. Emil Zubin in carriera ne ha già vinti due, di scudetti...

Redazione PadovaSport.TV

La poule scudetto è alle porte: domani è la vigilia di Castiglione-Padova, primo atto del triangolare del Nord delle vincenti della Serie D, e Carmine Parlato si affida al suo specialista. Emil Zubin in carriera ne ha già vinti due, di scudetti dilettanti: uno con il Venezia, tre anni fa, e l’ultimo proprio l’anno scorso con il Pordenone. E la forma strepitosa (le tre reti consecutive) con la quale l’ariete istriano è arrivato a questo finale di stagione fa sicuramente ben sperare: la promessa è ripetersi anche contro le ultime avversarie della stagione, visto che qualche rivincita da prendersi ce l’ha pure lui. «L’anno scorso ho giocato solo dieci minuti della finale con la Lupa Roma perché venivo da un infortunio», ricorda Zubin. «Invece col Venezia ero riuscito ad essere davvero protagonista: segnai una tripletta nella prima gara con il Val d’Aosta, poi un altro gol sia in semifinale che in finale». Coincidenza: in quell’occasione l’unica gara che saltò della poule scudetto fu proprio quella a Castiglione delle Stiviere. «Dopo la mia tripletta all’esordio il mister fece un po’ di turnover, non mi dispiacerebbe affatto mettere lo zampino anche su quel campo già domenica. Indubbiamente in questo momento sto bene, finalmente riesco ad allenarmi con costanza e sto facendo minuti importanti anche la domenica». Di specialisti il Padova ne ha diversi: oltre a tutti coloro che già l’anno scorso hanno vinto lo scudetto con Parlato (lo stesso Zubin, Dionisi, Niccolini e Nichele), c’è pure Sentinelli che di scudetti ne ha vinti due, con Cuneo e Tempio. «Mi piacerebbe molto fare il tris», sorride Zubin, «Il bello di questa manifestazione è la possibilità di affrontare le vincenti degli altri gironi, confrontarsi con squadre di altissimo livello, e se si passa il triangolare di misurarsi con le squadre del Sud, praticamente un assaggio di Lega Pro. Anche se il campionato è la cosa che conta di più, lo stimolo non manca di certo: come squadra ci siamo posti l’obbiettivo di arrivare fino in fondo, e sono convinto che il Padova abbia tutte le potenzialità per farcela. Mi piacerebbe incontrare la Fidelis Andria nel turno successivo: lì ci sono il mio ex allenatore del Venezia, Favarin, e il mio ex compagno Diego Oliveira».