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Thomassen, capitano senza fascia: “Ora cresce la tensione e le partite saranno tatticamente sempre più difficili”

È uno dei leader del Padova tanto che Parlato lo ha indicato pubblicamente come il vero capitano, anche se non gioca nell’undici titolare. Stiamo parlando di Dan Thomassen, primo acquisto dei biancoscudati in estate e punto di forza dello...

Redazione PadovaSport.TV

È uno dei leader del Padova tanto che Parlato lo ha indicato pubblicamente come il vero capitano, anche se non gioca nell’undici titolare. Stiamo parlando di Dan Thomassen, primo acquisto dei biancoscudati in estate e punto di forza dello spogliatoio. «Le parole dell’allenatore fanno piacere – esordisce Thomassen – Cultura del lavoro, fame ed entusiasmo sono valori fondamentali sui quali devi puntare se vuoi vincere il campionato e io cerco sempre di fare il mio, rispettandoli. Ci sono molti giovani in rosa ed è giusto indicare loro la strada da percorrere, in questo mi sento molto responsabile. Poi, a causa della regola dei quattro under in campo, non tutti noi “vecchietti” possiamo giocare: da un certo punto di vista questa situazione mi rode un po’, ma dall’altro sono consapevole che se volevo avere la certezza di giocare quasi sempre non dovevo venire al Padova». I titolari al centro della difesa sono Sentinelli e Niccolini, questo però non significa che Thomassen non sia alla loro altezza. «È così, non mi sento assolutamente inferiore a loro e tra noi c’è un ottimo rapporto di collaborazione. Finora abbiamo preso qualche gol di troppo ed è soprattutto fra noi tre che ci confrontiamo per cercare di limare gli errori. Rivediamo i gol in video per capire come si possono evitare. Tutti i giorni cerchiamo di migliorare su questo aspetto, il nostro percorso di crescita non è sicuramente finito. Da qui al termine della stagione ci sta a cuore abbassare la media dei gol presi».Domenica con il Tamai inizia la volata promozione. «Meno partite mancano e più crescono la tensione e l’importanza dei punti in palio. È un discorso che vale per noi e anche per le avversarie che affrontiamo. Nel girone di ritorno ci si conosce meglio, ma non troveremo squadre che ci affronteranno a viso aperto, saranno tutte partite difficili tatticamente. Dobbiamo comunque pensare a noi stessi e ritrovarci un po’: non dico come eravamo prima di Natale, ma quasi. Abbiamo avuto una piccola flessione e sono arrivate le due sconfitte. Non ne abbiamo fatto un dramma e siamo stati pronti a cogliere al volo l’occasione per tornare in vetta, obiettivo che dobbiamo mantenere domenica dopo domenica. Lo spirito deve essere quello che abbiamo sempre avuto e che ci ha fatto vincere molti incontri». Con il Mori (6-2) si è rivista una squadra brillante. «Una vittoria che ci ha fatto molto piacere, con Zubin e Amirante che sono tornati al gol, mentre con il Montebelluna era stato il turno di Ferretti. Sono tre giocatori dello stesso livello, non ci possiamo lamentare sul valore del nostro attacco». Tornando a lei sta completando il recupero dall’infortunio al polpaccio. «Mi ero procurato una contrattura con elongazione, adesso non c’è più. Ma è una zona delicata e i tempi sono un po’ più lunghi. Spero di rientrare in gruppo quanto prima, anche se non penso che sia ancora il momento. Meglio essere prudenti».