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Torna il Rulo-compressore: “Chiedo scusa a Ilari per il rigore, ma avevo troppa voglia di segnare”

L’aveva sognata, anzi sarebbe meglio dire che l’aveva inseguita per settimane, una giornata così. Gustavo Ferretti aveva sperato per mesi che il gol decisivo, quello che avrebbe spinto il Padova in Lega Pro avrebbe portato la sua firma. A...

Redazione PadovaSport.TV

L’aveva sognata, anzi sarebbe meglio dire che l’aveva inseguita per settimane, una giornata così. Gustavo Ferretti aveva sperato per mesi che il gol decisivo, quello che avrebbe spinto il Padova in Lega Pro avrebbe portato la sua firma. A Legnago non era andata come si augurava, ma ieri, contro il Kras, il “Rulo” si è preso la rivincita personale con il destino, e con essa pure gli interessi. In un colpo solo è tornato al gol, ha raggiunto la doppia cifra, superato Amirante nella classifica dei marcatori biancoscudati - un sorpasso non solo simbolico, nei confronti dell’attaccante che ha preso il suo posto in campo negli ultimi mesi - e si è lanciato all’inseguimento di Marco Cunico, che coamnda la graduatoria con 12 reti, una sola in più dell’argentino. «Non sarei stato contento fino in fondo se non fossi arrivato in doppia cifra», confessa adesso Ferretti. «Quest’anno ho collezionato 17 presenze, volevo arrivare a questa soglia e, se non ce l’avessi fatta, per me sarebbe stato comunque un finale di campionato un po’ amaro. Sono stato sempre sul pezzo anche quando mi è toccato rosicare, rispettando la gente che andava in campo e facendomi trovare pronto quando toccava a me. Ora me la godo la mia doppietta, e con essa l’affetto incredibile dei tifosi. A volte mi imbarazza anche un po’ questa situazione, perché un amore simile non l’avevo mai ricevuto, ma mi fa enormemente piacere che si ricordino di me, anche se da un po’ di tempo non riesco a tenere i ritmi di inizio campionato. La dedica, tuttavia, va ai miei genitori, Orazio e Franca, che sono arrivati ieri dall’Argentina per vedermi dalla tribuna, e hanno avuto pure un contrattempo a Roma, perché in stazione hanno scippato la borsa a mia mamma». Una traversa clamorosa, due gol e un assist. L’unico neo quel rigore che Ilari, dopo avergli servito l’assist per l’1-0, gli aveva chiesto di battere: «È vero, mi aveva pregato di lasciarlo tirare, ma il rigorista designato ero io e in quel momento avevo troppa voglia di segnare. Forse sono stato un po’ troppo goloso, ma come attaccante ci tengo tanto: dopo sei mesi di calvario, non me la sono sentita di lasciarglielo. Gli chiedo scusa, e prometto che sarò io a servirgli il pallone per arrivare in doppia cifra. E se non sarò io, sarà compito di qualcun altro, lui stia tranquillo che a 10 reti ci arriva di sicuro».