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Tra i decisivi c’è anche Favalli: “Sento la fiducia del mister e la responsabilità “

Come Neto Pereira, e forse anche di più. C’è un altro giocatore, all’interno dello spogliatoio biancoscudato, che ha dalla sua una statistica invidiabile in questo inizio di stagione. È Alessandro Favalli, di certo non decisivo come...

Redazione PadovaSport.TV

Come Neto Pereira, e forse anche di più. C’è un altro giocatore, all’interno dello spogliatoio biancoscudato, che ha dalla sua una statistica invidiabile in questo inizio di stagione. È Alessandro Favalli, di certo non decisivo come l’attaccante brasiliano, ma a suo modo assolutamente necessario per gli equilibri della squadra di Parlato. I numeri parlano per lui: con il terzino cremonese in campo il Padova ha subìto solo due reti, contro le ostiche Reggiana e FeralpiSalò; senza di lui, tra Sudtirol e Cittadella, è successo un mezzo disastro con cinque reti incassate e zero punti portati a casa. «Per me è solo un caso, non mi sento un giocatore così decisivo», sottolinea il diretto interessato. «Non mi sento così determinante ai fini dei gol presi e non». La realtà, tuttavia, va ben oltre la mera statistica: Favalli è quel terzino che il tecnico partenopeo ha inseguito per tutta la stagione: pensa più alla fase difensiva che a quella offensiva, copre a dovere aiutando i due centrali, Diniz e Fabiano, mentre dalla parte opposta Dionisi si esibisce nelle sue consuete scorribande. Una garanzia in termini di copertura, che con Anastasio prima, e con lo stesso Dionisi nel derby, da quella parte è mancata enormemente: anche sabato scorso, contro il Mantova, il Padova ha vinto la partita anche sui suoi recuperi, sugli equilibri dati ad un intero reparto semplicemente rimanendo lì, al suo posto. E pensare che quest’estate non sarebbe nemmeno dovuto arrivare in biancoscudato. «Vero», ammette il diretto interessato. «Ricordo molto bene quel giorno: il Padova doveva scegliere, io ero senza squadra e mi allenavo da solo a Cremona, mi cadde il mondo addosso quando il mio procuratore mi disse che avevano scelto Fautario per quel ruolo, invece di me. Non avevo altre prospettive, non sapevo che avrei fatto quest’anno. Invece, il giorno dopo, il mio agente mi chiamò di nuovo: “Sto andando a Padova”, disse, “fai la valigia e muoviti a venire pure tu”. E io non ci pensai un attimo». Da lì in poi la sua presenza è diventata indispensabile per il tecnico, che già alla prima di campionato contro la Reggiana l’aveva lanciato dal primo minuto: «Ma se manco io, c’è sempre un valido sostituto, temo che, se fossi stato in campo contro Sudtirol e Cittadella, forse avremmo subìto lo stesso quei gol. Sono contento del mio momento, sento la fiducia del mister e la responsabilità sulle spalle. La mia arma migliore è difendere bene, ma nelle ultime gare sono riuscito anche a spingere: contro il Mantova sono arrivato alla conclusione perché la condizione fisica aumenta sempre di più, anche se non sono ancora al top». Pochi dubbi sull’arma decisiva contro i virgiliani: «L’abbiamo vinta prima di tutto a livello mentale, segno che forse il problema era proprio quello nelle gare precedenti. Sabato ci attende una grande sfida a Pavia, e lì la carica psicologica non sarà di certo sufficiente». Qui Guizza. Oggi doppio allenamento per i biancoscudati, che domani alle 19 disputeranno un’amichevole a Cadoneghe contro l’Union, formazione di Prima Categoria. Assenti alla ripresa ieri sia Corti che Neto Pereira, i quali però oggi saranno regolarmente in gruppo con gli altri.