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La posta dei lettori (2/10). A proposito di Cestaro

Scriveteci a info@padovasport.tv oppure sulla nostra pagina facebook. In maiuscolo, il “tema” del messaggio precede il nome del lettore che ci scrive. DICHIARAZIONI CESTARO, Mattia: Caro stefano, il casoìn torna a parlare e minaccia...

Redazione PadovaSport.TV

Scriveteci a info@padovasport.tv oppure sulla nostra pagina facebook. In maiuscolo, il "tema" del messaggio precede il nome del lettore che ci scrive.

DICHIARAZIONI CESTARO, Mattia: Caro stefano, il casoìn torna a parlare e minaccia di spifferare tutto. Ma i padovani hanno già capito come sono andate le cose. Adesso per personaggi come questo (e altri che non nomino altrimenti mi viene l'urticaria) dovrebbe essere arrivato il tempo del silenzio. Se non altro per rispetto verso chi sta ricostruendo. Con tanta fatica.

DICHIARAZIONI CESTARO, Luca: Direttore, devo dire che ancora non riesco a capire quanta la colpa di Cestaro e quanta di Penocchio. Ancora non mi va giù che siamo falliti, ma ancora di più che non so a chi dare la colpa........... Che ne pensi?

Riportiamo solo il tuo messaggio, che racchiude molte domande che ci sono arrivate. La vecchia proprietà (intendo Cestaro) in un certo senso aveva pianificato tutto. Da quando? Da quel pomeriggio in cui fa capolino in sede, durante un Cda, Mario Cestaro invece che Marcello. Unicomm decide di disimpegnarsi, visti i nuvoloni neri all'orizzonte (una crisi senza dubbio inasprita da quel famoso articolo 62, recentemente introdotto, relativo al pagamento dei fornitori a 30 giorni. Un brutto colpo per l'azienda di Cestaro). Non importa cosa sarebbe successo al Padova, il diktat è scollegare il calcio da Unicomm. Per evitare eventuali coinvolgimenti in futuri dissesti finanziari (più che probabili) della società Calcio Padova, viene individuata (grazie a Baraldi) una nuova proprietà che faccia da "ponte". Il resto, per ora, è meglio immaginarlo che scriverlo. Chi ha ucciso l'ACP1910? Marcello Cestaro per aver speso troppo e reso il Calcio Padova una zavorra non più sostenibile dalla sua azienda e, in un secondo momento, la spietatezza del fratello, del figlio e, inutile dirlo, di uno spietato di professione come Luca Baraldi. (Ste.Via.)