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Cittadella, Gabrielli: “Ci vogliono umiltà  e sacrificio perchè nessuno ci regalerà  niente”

«Mi sto convincendo che certe aspettative devono essere lasciate da parte». Scusi, presidente? «Forse era passata l’idea che, visto che arriviamo dalla Serie B, avremmo avuto un impatto più morbido con la Lega Pro. Invece occorre capire che...

Redazione PadovaSport.TV

«Mi sto convincendo che certe aspettative devono essere lasciate da parte». Scusi, presidente? «Forse era passata l’idea che, visto che arriviamo dalla Serie B, avremmo avuto un impatto più morbido con la Lega Pro. Invece occorre capire che bisogna ripartire dal basso, lavorare con umiltà e calarci subito nel contesto di questa categoria. Certe velleità è meglio riporle nell’armadio». Il campionato è appena iniziato e tutto può ancora accadere. Ma proprio per questo Andrea Gabrielli, numero uno del Cittadella, ritiene che sia il momento di lanciare un segnale. Ai giocatori e a tutto l’ambiente. Quella prima mezz’ora, domenica scorsa, in cui la Pro Piacenza ha dettato legge al Tombolato, deve restare un unicum. Pensa che qualcuno abbia sottovalutato l’avversario? «Non lo so e non sto facendo nomi. È una riflessione che riguarda anche me stesso: io per primo mi ero creato attese diverse per questo inizio di stagione. Ma dal sottoscritto in giù tutti devono capirlo: umiltà e sacrificio devono essere le parole chiave, nessuno ci regalerà niente soltanto perché noi siamo il Cittadella. In un certo senso, dobbiamo sporcarci le mani. E dobbiamo toglierci dalla mente l’idea che questo sarà solo un anno di passaggio per tornare subito nella categoria superiore. Guai a pensarla così!». Cosa la colpisce di questo campionato? «La cattiveria agonistica, l’intraprendenza e la grinta che vedo in ogni squadra. Ma devono essere anche le nostre caratteristiche, perché, se non le metti in campo, è impensabile che possano emergere le tue qualità tecniche. C’è tutto il tempo per migliorare, tuttavia occorre entrare subito in quest’ottica di idee». Anche perché adesso si fa sul serio: sabato, alle 17.30, sarete di scena in casa del Pavia, una delle più serie pretendenti alla promozione. E poi vi toccherà il derby con il Padova in notturna sabato 10. «Sono due squadre che, indubbiamente, hanno caratteristiche tecniche diverse rispetto a quelle con cui abbiamo giocato sin qui. Saranno due esami importanti, ma dobbiamo metterci in testa che gli stimoli vanno trovati contro qualsiasi avversario e non soltanto se davanti hai Pavia e Padova. Nessuno verrà qui con timori reverenziali, proprio per questo dovremo affrontare tutti con la stessa mentalità». Il pareggio finale, domenica, ha in parte rovinato la festa dell’inaugurazione della nuova Tribuna Est, con i suoi 5.000 posti coperti. Il giorno prima si è chiusa la campagna abbonamenti, che proprio nel finale ha registrato un’impennata nel numero di tessere sottoscritte, in totale 1.109, numero che tutto sommato ha “limitato i danni” rispetto alle 1.573 della scorsa stagione. È un dato che la soddisfa? «Dopo la retrocessione era fisiologico che si registrasse un calo, mi aspettavo numeri simili. In ogni caso, sono convinto che, se la squadra saprà offrire prestazioni convincenti, saranno in molti a comprare il biglietto, partita per partita. Sta a noi offrire al pubblico uno spettacolo che meriti di essere seguito». Dal campo. Ripresa degli allenamenti al Tombolato, ieri pomeriggio, preceduta come di consueto da un’analisi tecnica dell’ultima gara: non solo l’approccio non adeguato, ma anche i troppi metri fra un reparto e l’altro sono stati al centro della disamina del tecnico Roberto Venturato di fronte ai suoi uomini. In campo, Sgrigna e De Leidi hanno continuato a lavorare a parte. Tutti in gruppo gli altri. Questo pomeriggio nuova seduta alle 15. L’arbitro. Sarà Niccolò Pagliardini di Arezzo a dirigere il match di Pavia. È alla quarta stagione in Can Pro: nella scorsa, per lui, 17 gare, con 12 cartellini rossi estratti