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Job amaro: “Alcuni compagni al Cittadella mi hanno voltato le spalle”

«Qualcuno dei miei compagni mi ha deluso». La denuncia arriva da Thomas Hervè Job, il centrocampista del Cittadella che attende con ansia l’udienza davanti al Collegio Arbitrale del Coni relativa al ricorso avverso la squalifica di 3 anni e 6...

Redazione PadovaSport.TV

«Qualcuno dei miei compagni mi ha deluso». La denuncia arriva da Thomas Hervè Job, il centrocampista del Cittadella che attende con ansia l’udienza davanti al Collegio Arbitrale del Coni relativa al ricorso avverso la squalifica di 3 anni e 6 mesi comminatagli lo scorso 17 giugno nell’ambito dell’inchiesta Last Bet. In attesa dell’appuntamento fissato per il 24 gennaio, nel quale verranno ascoltati i testimoni Gervasoni, Carobbio, Konteh e Acerbis (suoi ex compagni al Grosseto), il camerunense si sfoga e parla di come una buona parte dei compagni si sia dimenticata di lui: «In questi sei mesi si sono fatti sentire alcuni ragazzi», svela amareggiato Job, «Qualcuno invece non l’ho più sentito. Nella vita quando va tutto bene hai tanti amici, mentre quando hai problemi molti spariscono». Il ventottenne nativo di Douala si si sente abbandonato proprio nel momento in cui ne avrebbe più bisogno: «Un amico dovrebbe esserlo per sempre. In questo momento mi avrebbe fatto piacere che tutta la squadra mi fosse stata accanto». Non tutti hanno voltato le spalle all’esterno, arrivato nel 2010 sotto le Mura: «Mi fa piacere che invece qualcuno continui a farsi vivo. Sentirmi chiedere come sto mi rende felice. Credo di aver avuto un grande rapporto umano con chiunque. Sono sempre stato leale dentro e fuori dallo spogliatoio. Nessuno potrà mai lamentarsi del mio comportamento». Se la squadra si è divisa, la società è invece rimasta compatta e vicina al calciatore granata: «Ringrazio la famiglia Gabrielli, che non mi ha mai abbandonato. Anche il dg Marchetti e l’allenatore Foscarini non hanno mai fatto mancare il loro appoggio». Dovesse arrivare per fine febbraio l’assoluzione, Job potrebbe finalmente tornare in campo: «La cosa più importante è uscire da questa situazione, anche se ormai come persona il mio nome è stato infangato. Voglio però dimostrare davanti al giudice che non c’entro niente. Ho voglia di tornare in campo, ma adesso non so se lo farò col Cittadella. In questo momento non ci voglio pensare. Devo però sottolineare che a Cittadella sono stato bene e che ci sarei rimasto altri 10 anni».