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A Varese attaccano: “Lezione d’orgoglio allo spocchioso e milionario Padova di Dal Canto”

Il titolo è indubbiamente ad effetto (“Lezione d’orgoglio e buonsenso allo spocchioso e milionario Padova di Dal Canto”), il contenuto dell’articolo, se possibile, ancora più piccato. La Provincia di Varese, quotidiano on-line...

Redazione PadovaSport.TV

Il titolo è indubbiamente ad effetto (“Lezione d’orgoglio e buonsenso allo spocchioso e milionario Padova di Dal Canto”), il contenuto dell'articolo, se possibile, ancora più piccato. La Provincia di Varese, quotidiano on-line dedicato alla piccola realtà del capoluogo lombardo, si scaglia contro il Padova con toni forti e decisamente insoliti per una testata giornalistica. Un'acredine che ha radici probabilmente nella partita di play-off dello scorso giugno, quando il Varese fu eliminato proprio dalla squadra di Dal Canto. Vi riportiamo qui di seguito l'articolo-sfogo del giornalista Andrea Confalonieri:

Se fosse durata ancora dieci minuti, avrebbe segnato perfino Pucino su punizione da centrocampo.Esplode Masnago, esplode il Varese: due gol fatti nelle prime sette partite, sette nelle ultime tre. Ma la vendetta è un piatto da servire freddo e i biancorossi dimostrano, per una notte o forse per sempre, che in finale per la serie A meritavano di andarci loro e non il Padova.Sembrava impossibile, ma in un secondo tempo da manuale la squadra di Maran gioca come aveva fatto quella di Sannino nei primi venti minuti della semifinale: sublime, dall'inizio alla fine, unita in una tempesta perfetta contro gli ospiti. Spazzati via, poteva finire cinque o sei a zero. Si è rivisto, più del gioco (che è diverso), il carattere dell'anno scorso. L'ambiente dell'anno scorso. Il sogno dell'anno scorso.Maran ha stracciato Dal Canto, il montanaro (qui siamo tutti montanari) ha ridicolizzato la città. Il tecnico del Padova aveva detto: «Li lasciamo sfogare e poi li colpiamo». E' stato Maran a farli sfogare, poi li ha colpiti e affondati. In modo semplice, naturale, disarmante. Gli ospiti hanno fatto turnover, pensando Masnago fosse un campetto di periferia dove nessuno era indispensabile per vincere, e alla fine sono stati costretti ad affastellare in campo tutti i fuoriclasse lasciati in panchina per rimediare l'irrimediabile. Che lezione. Qualcuno alla fine del primo tempo diceva: non è stata una bella partita. Per fortuna. Se il Varese fosse andato allo sbaraglio, forse il Padova lo avrebbe travolto. Maran ha vinto la partita facendo specchiare i veneti nello specchio delle loro vanità (individualità sublimi, gioco mnemonico: «Siete un piccolo Barcellona, fateci a pezzi»). E' come se avesse detto agli avversari: voi siete da serie A e noi da B. Voi avete i piedi vellutati, noi quelli di Cacciatore, cioè due scudi da battaglia. Fate i grandi, noi siamo solo montanari e restiamo coperti, ruvidi, maschi. Schiacciati a riccio nel nostro guscio di umiltà, piegati sulle ginocchia insieme a tutto lo stadio che trattiene il fiato, soffre e muore in difesa, ma aspetta solo di catapultarsi in contropiede.Tecnico, squadra e pubblico maturi, con un cuore grande così e aculei che quando il riccio (il montanaro) si alza per difendersi, in realtà attacca e ferisce.

Tutti sapevano che Kurtic poteva metterla nell'angolino da trenta metri o che Lepore era una bandiera da issare al vento: la forza di Maran non è sapere le cose, ma metterle in pratica. E ieri notte a Masnago la campana dei caduti a Rovereto suonava a festa per il suo piccolo grande montanaro.