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Bilancio sul mercato, De Poli: “Segato mi ha sorpreso, Nichele la trattativa più difficile. Cesca? Niente da rimproverarmi”

All’inizio degli anni Ottanta è stato protagonista sul campo di due promozioni biancoscudate, in questi due mesi ha lavorato a capofitto per attrezzare una squadra che sia in grado di riconquistare subito i professionisti. Fabrizio De Poli ci...

Redazione PadovaSport.TV

All’inizio degli anni Ottanta è stato protagonista sul campo di due promozioni biancoscudate, in questi due mesi ha lavorato a capofitto per attrezzare una squadra che sia in grado di riconquistare subito i professionisti. Fabrizio De Poli ci ha messo competenza e passione per plasmare un gruppo che è già entrato nel cuore dei tifosi. Un mercato importante per la serie D, chiuso lunedì con gli arrivi di Cicioni e Tiboni. In una scala di valori da sufficiente a ottimo, il direttore sportivo biancoscudato tiene un profilo basso giudicando il suo operato con un “buono”. E spiega: «Siamo partiti da zero ed è stato un vantaggio. Per contro i tempi sono stati ristretti e purtroppo molti giocatori erano già sistemati. Non era facile, anche se ci ha un po’ agevolato il fatto di essere il Padova». Quale è stato l’acquisto più complicato? «Nichele. Un’operazione lunga, scaturita dopo che non abbiamo concretizzato con Parola. Avevamo puntato sul centrocampista della Reggiana, con il quale ci siamo incontrati: il problema era che aveva un contratto biennale, e come dilettanti non potevamo proporglielo. Nichele comunque non è stata una seconda scelta, è un giocatore che il mister conosce bene». Difficile è stata anche la trattativa legata a Cesca, naufragata per problemi di tesseramento: ha qualcosa da rimproverarsi? «Niente. Volevo il giocatore e mi interessava andare a prenderlo al Rimini. Poi per tutto ciò che è successo si è creata una situazione normativa per la quale non si poteva tesserare, ma tutto è partito da valutazioni fatte dal giocatore e dal suo procuratore». Affrontiamo un reparto per volta, cominciando dai portieri: i giovani Petkovic e Vanzato, e l’esperto Cicioni. «Sarei incoerente se non dicessi che la mia idea era avere tre portieri under. Sarebbe stato meglio per mantenere sempre un equilibrio e una continuità nella formazione. Non è stato così, vorrà dire che quando non ci sarà Petkovic giocherà Cicioni». Nel pacchetto arretrato ci sono giocatori come Dionisi, Niccolini, Sentinelli e Thomassen. «È un buon reparto, con giocatori importanti per la categoria. Sono tra i migliori che si potevano prendere: al di là della loro esperienza, hanno vinto molti campionati e possono dare un certo profilo al gruppo». Il centrocampo appare solido. «Sono stato contento per Mazzocco e Segato, e sono convinto che Mattin, Nichele, Bedin e Formigoni possono dare il loro contributo. Quanto a Cunico, non è una sorpresa: è un giocatore che conosco benissimo». Un giudizio sull’attacco. «Ferretti è il finalizzatore, Tiboni e Pittarello sono un po’ più mobili. Tra loro si integrano bene. Ilari, Aperi e Petrilli danno una grande mano, Bruzzi e Montinaro sono bravi». In questo inizio di stagione quale giocatore l’ha più sorpresa? «Segato è il centrocampista più completo che abbiamo. Ha quantità, qualità, temperamento, visione del gioco, un gran calcio nell’azione manovrata e nelle palle inattive, può giocare nel centrocampo a due o a tre. È una bellissima sorpresa». In carriera ha avuto molti allenatori: dove colloca Parlato? «È un ottimo tecnico, con qualità e mentalità importanti: cura anche il più piccolo particolare in allenamento, nella preparazione della partita e durante la gara. È concentrato a 360 gradi sul suo lavoro. E ha un atteggiamento positivo: una persona intelligente e umile, è un piacere confrontarmi con lui». È padovano e abita a Tombolo. A distanza di molti anni come ha ritrovato Padova? «Ho ritrovato molte cose del passato, anche se la città si è chiaramente evoluta. I tifosi sono sempre attaccati alla squadra, bisogna fare a loro i complimenti: sono grandissimi in ogni partita. Ho rivisto con piacere ex compagni di squadra come Cerilli, Romanzini, Fellet, Fanesi. E anche molte altre persone come la moglie di Franco che era il nostro custode all’Appiani, mentre ad Asiago è venuto a trovarmi Paolo Bovo del ristorante Venezia dove andavamo a mangiare quando giocavo nel Padova». Tornando all’attualità, la trasferta con il Tamai è considerata un bel banco di prova. «Quest’anno tutte le gare saranno banchi di prova importanti. Tutti vorranno battere il Padova»