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Calcio Padova, la parola d’ordine sarà  “ridimensionamento”

Dopo il fallimento della stagione appena conclusa, con i mancati introiti della serie A che pesaranno come un macigno sul bilancio già pericolante della società biancoscudata, si parla ora di voltare pagina e ricominciare con nuove linee guida....

Redazione PadovaSport.TV

Dopo il fallimento della stagione appena conclusa, con i mancati introiti della serie A che pesaranno come un macigno sul bilancio già pericolante della società biancoscudata, si parla ora di voltare pagina e ricominciare con nuove linee guida. Il presidente Marcello Cestaro, consigliato dal manager Luca Baraldi (che spinge per un generale repulisti e che di tagli aziendali se ne intende come pochi), ormai si è deciso. In un momento di austerità economica le aziende sono molto sensibili alla questione delle “spese”, e il Calcio Padova va considerato, prima di tutto, un'azienda. E' necessario, per continuare, snellire l'organigramma e ridimensionare le spese (11 e 15 milioni è costato il Calcio Padova nelle ultime due stagioni, cifre enormi per la serie B, incomprensibili). Stipendi pesantissimi (non solo dei calciatori) che dovranno essere ritoccati, cariche inutili e poco funzionali all'interno della società destinate ad essere eliminate. Gianluca Sottovia potrebbe ritornare a svolgere il compito di segretario generale (con una notevole decurtazione dello stipendio), meno risorse poi saranno destinate all'affollatissima area-comunicazione guidata da Gianni Potti. Riduzione e tagli anche nell'area tecnica, dove attualmente a libro paga di Cestaro oltre a Foschi (direttore sportivo) ci sono anche Ivone De Franceschi (collaboratore tecnico) e Chicco Crovari (capo-osservatori). Senza considerare il team manager Bellini (altro stipendio inutilmente pesante). Ottimizzare le risorse e affidare la gestione della società a un dirigente che possa occuparsi della parte finanziaria e di quella tecnica, questo il pensiero di Cestaro e famiglia. Calcio Padova e Unicomm ce lo hanno già in casa, Luca Baraldi. Sarà lui l'uomo della rinascita?