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Cestaro: “Se andiamo in serie A i conti vanno a posto”

I conti, anzi «i numeri» del Calcio Padova per dirla con le parole del presidente, sono «pesanti», ma «in linea con quanto sapevamo». Cifre non se ne fanno, ma la gestione di una società che punta al salto di categoria è da podio o appena...

Redazione PadovaSport.TV

I conti, anzi «i numeri» del Calcio Padova per dirla con le parole del presidente, sono «pesanti», ma «in linea con quanto sapevamo». Cifre non se ne fanno, ma la gestione di una società che punta al salto di categoria è da podio o appena sotto, in questa serie B dove sgomitano in sei per i due posti che garantiscono la A diretta, senza passare dalle “forche caudine” dei playoff. Dietro Torino, Sampdoria e Sassuolo (soprattutto dopo l’imponente, e onerosa, campagna acquisti di gennaio di patron Squinzi) c’è il club di Marcello Cestaro e dei suoi soci. Per cui, ora che si entra nella fase cruciale del campionato, bisogna fermarsi un attimo, riflettere attentamente sul da farsi e compattarsi ancor più di prima per provare a centrare l’agognato traguardo. Anche e soprattutto di questo si è ragionato ieri sera nel Consiglio d’amministrazione della Spa biancoscudata, tenutosi nella sede della società, allo stadio Euganeo (a noi di PadovaSport risulta nella sala conferenze di un albergo di Limena). Martedì 27 marzo soci e consiglieri si ritroveranno nuovamente attorno allo stesso tavolo per il via libera al documento consuntivo, che dev’essere licenziato entro la fine del prossimo mese. Mano al portafogli. Cestaro, che detiene l’80% del pacchetto azionario, ha dato insieme agli “amici” – come gli piace definirli – «un’occhiatina ai numeri che mancano», e il riferimento non poteva che essere alla differenza tra entrate ed uscite, così come è emersa dalla chiusura dell’esercizio al 31 dicembre 2011 (si considera l’anno solare, e non quello della stagione agonistica, al 30 giugno, perchè il bilancio del Padova rientra in quello della Unicomm, il gruppo della grande distribuzione che appartiene alla famiglia vicentina). «Nessuna sorpresa – ha aggiunto il cavaliere – anche se magari speravamo che, con qualche cessione a gennaio, i conti sarebbero stati migliori». E’ chiaro che la maggior parte dell’onere economico ricade sulle spalle del presidente e della sua famiglia, ed è lui che, come ogni anno, aprirà i cordoni della borsa mettendoci di suo i milioni che mancano, ma a tutti è stato richiesto uno sforzo importante, in base al “peso” all’interno della compagine azionaria, per rispettare gli impegni presi. L’obiettivo. Domanda rivolta a bruciapelo al patron a conclusione della riunione: se il Padova andasse in A, sul piano economico molte cose si sistemerebbero? «Anche se ho paura a nominare quella lettera, posso dire che, sì, metterebbe tutto a posto. A parte i contributi (almeno 20 milioni di euro, ndr), pensi alle ricadute che ciò comporterebbe per la città. Diventereste più buoni persino voi giornalisti…». Baraldi e Dal Canto. Cestaro, che ha ribadito per l’ennesima volta la volontà di proseguire la sua avventura nel calcio (è pronto un piano B, se dovesse andar male), è stato molto chiaro su un punto: «Noi ripianiamo, ma questo non è un momento facile per le aziende del mio settore. Non tutte sono messe bene, anzi. Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti». Infine, è stato presentato Luca Baraldi, l’assistente del presidente (voluto soprattutto dal fratello Mario e dai figli dello stesso Marcello), mentre all’allenatore Alessandro Dal Canto è stato chiesto di fare il punto sulla situazione della squadra, a 15 gare dalla fine.