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Italiano: “Primi in classifica e con ampi margini di miglioramento”

Titolare, a segno per la prima volta in campionato e su calcio piazzato, osannato, applaudito, acclamato. Vincenzo Italiano a quasi 34 anni e con più di 15 stagioni ai massimi livelli deve ancora sgomitare per dimostrare qualcosa. C’è riuscito...

Redazione PadovaSport.TV

Titolare, a segno per la prima volta in campionato e su calcio piazzato, osannato, applaudito, acclamato. Vincenzo Italiano a quasi 34 anni e con più di 15 stagioni ai massimi livelli deve ancora sgomitare per dimostrare qualcosa. C’è riuscito alla prima vera occasione. Il capitano (un boato per lui ogni volta che lo speaker pronunciava il suo nome) si gode il 2-0 sul Modena frutto delle sue geniali invenzioni.Questo gol ha una dedica speciale?«Alla mia famiglia e ai miei due figli, Christian e Riccardo. Finora erano venuti a vedermi, ma non avevo giocato e a casa erano un po’ tristi. Ora saranno felici, che bello».Torniamo alla sfida col Modena, che partita è stata?«Abbiamo vinto giocando per 60 minuti in inferiorità numerica. Questa è la dimostrazione della forza del gruppo. I gialloblù sono stati pericolosi solo con Bernacci. Normale che si soffrisse sul possesso palla, ma siamo stati bravi a colpire nel momento giusto».L’arbitraggio?«Ha sbagliato in diverse situazioni. Fortuna che è andata bene. Alla fine ha scherzato anche lui dicendo che l’espulsione ci ha portato fortuna».Lei finalmente titolare, se l’aspettava?«Ci speravo, ma il mister non svela la formazione fino a poche ore dal match».Si, ma quanto sudare, vero?«Io non ho firmato un contratto che mi garantisse la maglia da titolare e che nessuno me la potesse togliere. Sono sempre stato abituato a mettere in difficoltà l’allenatore. Siamo in tanti, c’è abbondanza in ogni reparto».Dove arriverà il Padova?«Siamo primi, ma ancora non al top. Abbiamo ampi margini di miglioramento. Il gruppo è contento dei punti che ha conquistato, ma la strada è lunga. Il vero Padova si vedrà tra qualche mese».Al suo gol l’Euganeo è esploso, quasi una liberazione?«Quando la palla è entrata in rete non ho più capito niente. Avevo un urlo stretto in gola ed è stata una felicità immensa. Gli attaccanti vivono per il gol, ma anche i centrocampisti e i difensori godono a mettere la palla in rete. Sentire urlare il mio nome è stata un’emozione indescrivibile».