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L’ottimista Vecchiato: “Con Cestaro la trattativa va avanti, noi abbiamo un asso nella manica”

Di seguito parte dell’articolo del Mattino (il resto sul giornale in edicola oggi): La trattativa va avanti, la disponibilità delle parti c’è, «siamo molto ottimisti e abbiamo tante idee». Da qui a dire, però, che è tutto fatto, che...

Redazione PadovaSport.TV

Di seguito parte dell'articolo del Mattino (il resto sul giornale in edicola oggi):

La trattativa va avanti, la disponibilità delle parti c’è, «siamo molto ottimisti e abbiamo tante idee». Da qui a dire, però, che è tutto fatto, che l’accordo è vicino e che i padovani potrebbero tornare ad avere un peso significativo nella squadra di calcio della loro città ce ne corre. Parole e sintesi sono di Sandro Vecchiato, 55 anni, titolare con il fratello Michele, 53enne, dell’Interbrau, interessato ad acquisire una quota significativa (si è parlato anche del 40%) della società biancoscudata. Ieri pomeriggio, in occasione del “Porte Aperte” alla Canottieri, su invito del presidente Giampietro Battaglia, il proprietario del birrificio di Ronchi di Villafranca ha fatto il punto sui colloqui in corso con la famiglia Cestaro, che, va ribadito a chiare lettere, non ha altri interlocutori credibili di fronte in questo momento, nonostante Luca Baraldi, entrato nel gennaio 2012 nell’orbita Unicomm con il compito di trovare potenziali acquirenti, non abbia portato nessuno al tavolo del cavaliere. «Marcello ha detto che potremmo vederci il 20 o 21 maggio? Sì, è probabile... Ci sono altre persone che si stanno parlando e consultando (commercialisti e avvocati delle parti, ndr)». Si può essere ragionevolmente ottimisti? «Tonino Guerra, un grande scrittore e poeta mancato nel marzo 2012 a 92 anni, era solito dire: “L’ottimismo è il sale della vita”. Porto con me, nel telefonino, l’ultimo filmato che ci vedeva insieme. Mi ha lasciato tanto dentro... E se per lui l’ottimismo era, appunto, il sale della vita, allora viviamola, questa vita, aggiungo io». Ci può anticipare qualcosa? «Abbiamo l’asso nella manica, come disporre del dodicesimo uomo in campo. Dovesse succedere che entriamo, sarà così. Però, non chiedetemi nulla. Vi dico solo che all’Appiani avevamo la gente attaccata al campo, all’Euganeo non è così». [...]