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La difesa non va? Colpa dello stemma

vi proponiamo un brillante articolo della firma del Mattino Furio Stella a proposito di una curiosa rivelazione da parte di una studiosa di simbolismo: sarebbe il cerchioscudo la causa dei mali del Padova

Redazione PadovaSport.TV

di Furio Stella

Il Padova ha qualche problema in difesa? Se sì, attenti: potrebbe essere colpa del nuovo stemma societario. Perché il «Cerchioscudo», l’ultima elaborazione dello storico scudetto biancoscudato, rischia in qualche modo di influire negativamente sulle prestazioni di Italiano & C. Creerebbe problemi di tipo «energetico». Almeno così assicura Carmen Rettore, una studiosa di simbolismo che tiene conferenze sull’argomento, e in particolare sui Maya e sui loro calendari. «I simboli sono forze potentissime», dice la Rettore, 56 anni, padovana, che non s’interessa di calcio ma che, dice, «quando ho visto lo stemma del Padova mi sono venuti i capelli dritti». E spiega: «I simboli sono matrici-archetipi che hanno la funzione, da sempre, di mandare messaggi subliminali. Funzionano così anche per chi non li vede. Nella storia, pensiamo per esempio all’Aquila simbolo degli imperatori, gli stemmi hanno creato e ricreato nel tempo valenze di supremazia e “superiorità”. Succede anche adesso, eh? Tutte le grandi aziende, prima di coniare i loro simboli e loghi, fanno ricerca storica ed esoterica. E si vede. Un esempio potrebbe essere il biscione-serpente di Canale 5 che è ripreso dallo stemma degli Sforza, il casato che guardacaso resse potentati per secoli a Milano e nel Nord Italia. Ma gli esempi si possono fare all’infinito». Con Rocco. «Lo scudo - dice Carmen Rettore venendo allo stemma del Padova - è un’arma difensiva. Non a caso la sua espressione più alta il Padova l’ha raggiunta negli anni di Nereo Rocco. Il suo “marchio”, la caratteristica del Padova di Rocco, non era forse la forza della difesa?». Vero. Ma allora cos’è che non va del Cerchioscudo? «Lo scudo per parare i colpi dev’essere maneggevole. Gli scudi si possono alzare, girare, piegare a destra o a sinistra. Così, fissato su un piano circolare, oltretutto piatto a differenza dello scudo che ha uno spessore perché è convesso, sembra immobile. Non si può muovere, è fissato come una spilla. Non si difende più». Immobilismo. Uno stemma? Ma va’, diranno subito gli aficionados. Ma la nostra esperta di simboli scuote la testa. «Il Padova, finché avrà quel simbolo, non sarà in grado di difendersi - pronostica - Sarà come immobile nelle sue posizioni. Purtroppo. E non vale solo per i giocatori, eh?, ma anche per la proprietà. In questo marchio ci vedo un immobilismo non produttivo». Parabola. Non solo il logo. Da un punto di vista «energetico», non va bene neanche la riga rossa sulla maglia. L’anno scorso era dritta, quest’anno sale e poi piega verso il basso, disegnando una sorta di parabola discendente. «Sembra il simbolo della Nike rovesciato e allargato con il compasso - dice Carmen Rettore - E’ come se imprimesse ai giocatori il senso della caduta e della sconfitta». Speriamo proprio di no. -

Furio Stella