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La metamorfosi di Bortolo Mutti

Dall’editoriale di oggi de Il Mattino: All’inizio storpiava qualche cognome, in particolare quelli di Trevisan, Legati e Jelenic, e parlava poco. Non con la squadra o con i dirigenti, ma con giornalisti e tifosi. Poi, gradualmente, Bortolo...

Redazione PadovaSport.TV

Dall'editoriale di oggi de Il Mattino:

All’inizio storpiava qualche cognome, in particolare quelli di Trevisan, Legati e Jelenic, e parlava poco. Non con la squadra o con i dirigenti, ma con giornalisti e tifosi. Poi, gradualmente, Bortolo Mutti si è sciolto, abbandonando la sua proverbiale riservatezza e affrontando di petto una situazione complicata, molto complicata. Cinque partite con lui in panchina e il Padova ha messo insieme tre vittorie, contro due sconfitte (entrambe fuori casa). Nove punti su quindici, il 60% (poco più o poco meno) del piatto a disposizione. Questo signore di 60 anni, che aspettava solo l’occasione giusta per rientrare nel “giro” dopo una condanna a 4 mesi per omessa denuncia quando era alla guida del Bari - dove i malavitosi la facevano da padrone, minacciando i giocatori - ha raddrizzato la schiena ai biancoscudati e portato un po’ di sereno in un ambiente “avvelenato” dall’impatto completamente sbagliato della nuova proprietà, che ancora non è riuscita a diradare le tante, troppe nebbie da cui è avvolta (come consistenza economica e strategie complessive), e che giustificano, a nostro avviso, la diffidenza di questi mesi. [...] La prestazione di venerdì è stata una perla dall’indiscusso valore, che testimonia l’ottimo lavoro in profondità fatto in questo periodo dal tecnico bergamasco, a cui va riconosciuto di vedere le cose, annotarle, analizzarle e operare di conseguenze le scelte necessarie per rimettere ordine là dove c’è bisogno. Persona seria, che non vende fumo: e guardate che la decisione di avvicendare Colombi con Mazzoni gli dev’essere costata molto, anche se gli fa onore (certe critiche sull’ex numero uno del Modena ci sono sembrate comunque esagerate). Bravo Mutti, dunque, però... Però ora è fondamentale cambiare registro lontano dall’Euganeo: è questione di testa, prima ancora che di gambe. E poi pure di tattica: un Padova più sbarazzino e audace fuori casa non ci dispiacerebbe. Passa anche attraverso le formazioni che affronteranno, nell’ordine, Reggina e Bari il futuro biancoscudato. Meno grigio ora della disperazione a cui eravamo costretti solo quindici giorni fa.