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Alcune considerazioni sul video di Cappelletti e Capello che sorridono

Stadio Euganeo, martedi ore 23.40. I giocatori del Padova rientrano mestamente negli spogliatoi dopo l’aspro confronto con 300 tifosi nel parcheggio della tribuna ovest. Dietro i lampeggianti blu delle forze dell’ordine squarciano il...

Stefano Viafora

Stadio Euganeo, martedi ore 23.40. I giocatori del Padova rientrano mestamente negli spogliatoi dopo l'aspro confronto con 300 tifosi nel parcheggio della tribuna ovest. Dietro i lampeggianti blu delle forze dell'ordine squarciano il buio. C'è un istante in cui Cappelletti accenna un sorriso con il compagno di squadra Capello. Pochi secondi di video, da noi pubblicati per documentare quanto successo, evitando il faccia a faccia vero e proprio: non ci è sembrato opportuno filmare una sequela di insulti ai giocatori che ascoltavano a testa bassa. Ma quei pochi frame in cui Cappelletti e Capello sembrano non condividere lo stato d'animo generale scatenano il putiferio. Perché la liturgia del tifo pretende che, quantomeno, il dolore sportivo per un'imminente retrocessione della propria squadra sia condiviso da tutti, giocatori compresi. Anzi, soprattutto loro.

Ora, Cappelletti e Capello sono delle persone, quindi è possibile che dopo un momento duro, complicato, abbiano rotto la tensione con una battuta su chissà cosa. Potevano aspettare di essere per conto loro certo, ma questo non è successo e l'unica cosa logica, a nostro parere, che si possa fare a questo punto, con il campionato che deve finire e un obiettivo quasi impossibile da raggiungere ma non ancora matematicamente svanito, è che chiedano pubblicamente scusa promettendo, giurando di impegnarsi fino all'ultima goccia di sudore. Metterli fuori rosa ci priverebbe comunque di due giocatori. Poi alla fine della stagione manca poco e probabilmente nessuno dei due giocherà ancora nel Padova. Ma adesso è bene rimanere ancora tutti uniti, cercando di combattere per mantenere la categoria e comunque onorarla fino in fondo.