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Cunico torna protagonista: “Cerco di sfruttare tutte le occasioni. Tanti pareggi? Manca il salto di qualità”

Il quasi 38enne trequartista ha servito l'assist per il gol di Petrilli. Ecco l'intervista rilasciata a "Il Mattino"

Redazione PadovaSport.TV

La squadra non perde più, ma l’effetto Pillon sembra essere già svanito. Sono due facce della stessa medaglia quelle che emergono dall’inizio dell’anno nuovo del Padova. I tre pareggi consecutivi colti a gennaio hanno praticamente consolidato la classifica dei biancoscudati, a metà fra vertice e bassifondi, ridimensionando un po’ le ambizioni di una formazione capace di cogliere due vittorie consecutive e un ottimo punto contro il Bassano. Nelle prime sei partite Pillon ha collezionato 10 punti, due in più delle prime sei di Parlato, ma pregi e difetti della squadra sono simili. C’è ordine, si subisce poco, ma allo stesso tempo si fatica a creare e segnare. E ad andare in rete, ormai è una costante, sono sempre gli stessi. A dir la verità, c’è un altro aspetto di continuità che per certi versi è il più sorprendente: l’immarcescibilità del capitano Marco Cunico. Il quasi 38enne trequartista riesce a fare la differenza anche nei pochi minuti concessigli dal mister. Sabato a Piacenza, ad esempio, entrato al 38’ della ripresa per il disperato assalto finale, ha servito a Petrilli il pallone del pareggio, trovando il sesto assist stagionale. Considerato che il Padova ha segnato solo 19 reti, eliminando quelle da fermo e quelle non “assistite”, si può tranquillamente affermare che una su due sia propiziata proprio da Cunico. Mica male per il “vecchietto”. «Provo a sfruttare al massimo le chance che mi vengono concesse», sorride il numero 10. «Sabato mi è capitato il pallone buono, potevo anche incaponirmi e cercare la porta, ma ho visto Nicola ben posizionato e l’ho servito. È andata bene, perché il gol ci ha permesso di raddrizzare la partita e continuare la nostra striscia positiva». La discussione sta proprio qui. D’accordo che il Padova è reduce da 7 risultati utili consecutivi, ma sul piano del gioco sembra esserci un’involuzione. Come mai? «Non credo ci siano delle costanti, perché ogni gara fa storia a sé. Non credo sia nemmeno questione d’approccio, visto che a mio parere la partita migliore è stata il primo tempo con il Bassano. Diamo continuità ai risultati e questo è positivo, ma ci difetta la continuità nelle gare stesse. L’impressione è che arriviamo sino ad un certo punto, ma ci manchi sempre quel passo in più che possa farci compiere il salto di qualità». Arriverà questo passo? «Saranno decisive le prossime tre o quattro gare. Con un filotto positivo e qualche vittoria di seguito la squadra può rilanciarsi, dare valore a questi pareggi e trovare una classifica medio-alta, sicuramente tranquilla. In caso contrario, credo rischieremo di restare impelagati in zone peggiori». In ogni caso, si può sempre contare su un Cunico alla Altafini, gettato in campo negli ultimi minuti per fare la differenza. Che ne pensa? «Tutto fa esperienza. Non è facile incidere in poco tempo, ma sono contento che i compagni mi cerchino e mi diano fiducia quando sono in campo. Sto cercando di interpretare con entusiasmo anche questo nuovo ruolo e non ha senso lasciarsi andare a malumori. Io cerco di dare il mio sempre e comunque, a partire dagli allenamenti e dagli atteggiamenti. Anche quando non si condividono le scelte del mister, bisogna lavorare bene e rispettarle, avendo sempre uno spirito positivo. Se non lo faccio io che sono il capitano, allora non avrebbe avuto senso affidarmi questa responsabilità». In questo periodo si parla molto di rinnovi, lei cosa farà a giugno? «Non lo so e non ci ho ancora pensato, ma con la società ho un ottimo rapporto. Intanto mi godo questi mesi, in cui spero di trovare anche la gioia di un gol, che mi manca».