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Derby, il punto de Il Mattino: la capolista ha tutto per trionfare, ma ancora un arbitraggio deludente

Il quotidiano analizza la gara di ieri tra le due padovane, mettendo in evidenza gli errori del direttore di gara

Redazione PadovaSport.TV

Non ci stanno 18 punti di distacco fra il Cittadella che vola a vele spiegate verso la Serie B e il Padova, che nono era prima del derby e nono è rimasto in classifica anche dopo la prima sconfitta dell’era Pillon. Non almeno questo Padova, che a tratti ha reso la vita difficile ad una squadra che sino a stasera (quando si giocherà FeralpiSalò-Sudtirol) ha il miglior attacco del campionato, con 38 reti realizzate, alla pari dei gardesani. Ci sta, però, che il Citta meriti il posto che occupa, perché sin dall’inizio del campionato è stato lassù, alternandosi sul gradino più alto del podio con le varie Alessandria, Bassano, Pavia e Reggiana, prima che uscissero, con una progressione straordinaria, Pordenone e FeralpiSalò, le più accreditate adesso per partecipare alla lotteria di maggio dei playoff (seconda e terza di ogni raggruppamento, più le due migliori quarte, e in questo momento il girone A c’è dentro). La sua forza, oltrechè dai numeri, è testimoniata dalla cifra tecnica e dalla qualità della manovra che si ritrova: se nella prima mezz’ora di ieri il risultato fosse stato di 2-0 per gli uomini di Venturato, siamo onesti, non ci sarebbe stato nulla da dire. Che il vento spiri dalla parte giusta, dopo l’amara retrocessione della passata stagione, il gruppo granata lo coglie anche dalle decisioni prese dagli arbitri, sulle cui capacità e sulla cui preparazione (almeno per quanto ci è dato di vedere in Lega Pro) continuiamo sempre più a dubitare. Si dovrebbe presumere che, in partite particolari come questa, il designatore Giannoccaro spedisca uno dei migliori fischietti a disposizione: il signor Mainardi ha invece tradito le attese, risultando alla fine il peggiore, in ciò bene assistito (si fa per dire...) dai suoi collaboratori. Si può discutere sul primo episodio (il contatto Scaglia-Altinier), ma sul fuorigioco che ha portato il direttore di gara a rivedere la sua decisione le immagini sono più orientate a dimostrare che non ci fosse piuttosto che fosse netto. Ciò che non torna è, invece, l’episodio finale, in pieno recupero, del “mani” di Lora: la presunta spinta di Sparacello la vede solo il fischietto bergamasco. Sono valutazioni che pesano molto nell’economia di una partita, e che confermano come il Padova - due rigori a favore in 23 giornate - sin qui non abbia goduto di particolari trattamenti di favore da parte degli arbitri, anzi semmai è vero il contrario. Ciò nulla toglie al valore e ai meriti del Cittadella, però è anche vero che chi comanda esercita sempre un “influsso” condizionante nei confronti dei giudici di gara, come se ci fosse una soggezione automatica solo per il fatto di andare ad arbitrare la prima della classe. Lunedì scorso, contro il Pavia, il gol del 3-2 di Iori era sacrosanto, ma non era stato concesso. Soltanto dopo le vibrate proteste dello stesso capitano e del d.g. Marchetti e, forse, un’indicazione data dal cameraman Rai che aveva ripreso tutta l’azione all’assistente che aveva sbandierato il fuorigioco, la rete è stata convalidata. Ieri, un rigore prima assegnato al Padova è stato tolto e nel finale si è visto qualcosa a cui non si è abituati. Vedremo se alla fine torti e favori si compenseranno: in ogni caso, il campo ha detto in modo chiaro che il Padova prima si salva e meglio è, e che il Citta intravvede il traguardo. Pronti a scommettere sulla B ritrovata alle nostre latitudini.