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Ecco Piovanello, il primo 2000 del Padova: “Nato con la tecnologia e i social, ma sono felice solo con il pallone”

Nell’anno della cavalcata, del ritorno in B dopo la radiazione e dei tanti record, c’è un altro primato destinato a restare impresso nei libri di storia biancoscudati. Enrico Piovanello è il primo “millennial” ad aver esordito con la...

Redazione PadovaSport.TV

Nell’anno della cavalcata, del ritorno in B dopo la radiazione e dei tanti record, c’è un altro primato destinato a restare impresso nei libri di storia biancoscudati. Enrico Piovanello è il primo “millennial” ad aver esordito con la maglia del Padova in campionato.«Ci sto pensando ancora adesso», sussurra quasi Piovanello. «Non mi sarei mai aspettato di esordire davanti a quasi 8 mila persone, è stata un’emozione grandissima». Anche perché la sua storia calcistica non è quella del predestinato. Anzi, è stata tutta una rincorsa, gradino dopo gradino. «Ho iniziato a giocare a 4 anni ad Albignasego (il suo paese, ndr) e dopo il fallimento della società sono andato al San Paolo fino al 2015, quando mi ha chiamato il Padova. La prima stagione in biancoscudato è stata con gli Allievi regionali di La Cagnina, un’annata discreta, in cui ho giocato pure terzino». L’esplosione è arrivata in questo campionato. «Nella Berretti ho subito trovato una grande intesa con mister Centurioni, che ringrazio perché è riuscito a darmi quel supporto e quella carica che non ho mai avuto». Non sono frasi fatte. Piovanello nella sua crescita calcistica e umana ha dovuto superare dei problemi fastidiosi. «Spesso, durante le partite, mi capitava di soffrire d’ansia.

Praticamente una volta che andavo sotto sforzo in campo, mi venivano dei crampi fortissimi alla pancia. A superare questo problema, nella scorsa stagione, mi ha aiutato tantissimo il fisioterapista Filippo Ranzato, che attraverso degli specifici massaggi all’addome mi ha permesso di farmi entrare in campo in maniera serena. Il problema non si è quasi più ripresentato, anche se domenica all’Euganeo ero parecchio agitato. Poi, una volta dentro, ho pensato solo a dare il massimo».Come tutti i “millennial”, la sua vita è cambiata con un messaggio WhatsApp. «Era il 23 dicembre, mi scrive Mateos (il team manager, ndr) dicendo di andare ad allenarmi con la prima squadra. Ero entusiasta, è andato tutto bene al punto che il mister mi ha voluto in ritiro a Cesenatico. I compagni, dai vecchi ai giovani, mi hanno accolto in modo strepitoso. Bisoli mi aiuta molto e mi sprona quando sbaglio». Adesso non vuole smettere di sognare: «Sarebbe un orgoglio rimanere a Padova in B, per me che sono sempre stato tifoso e andavo in “Fattori”. Ovviamente sogno di arrivare in A. L’annata del 2000 è strana, siamo nati tra tecnologia e mille svaghi diversi. Ma per me la felicità è sempre stata rappresentata da un pallone». (Da Il Mattino)