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Il Mattino: Padova, ora diamo un senso a questi due mesi. 2016 da incorniciare

L'analisi del quotidiano dopo la vittoria di ieri a Mantova che chiude il discorso salvezza e apre scenari interessanti

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino:

Almeno un senso, a questi due mesi che restano di Lega Pro, adesso il Padova può darlo: progressiva, ma costante, la sua rimonta verso i piani alti della classifica dev’essere interpretata e vissuta come un’opportunità, una chance inaspettata, da cogliere a tutto tondo. Siamo sinceri, non avremmo scommesso un euro sulla possibilità di un aggancio al treno in corsa per gli spareggi-promozione che valgono un posto in Serie B (li disputeranno la seconda e la terza di ogni girone, più le due migliori quarte, che in questo momento sono nel raggruppamento Nord e in quello Sud), eppure i risultati del 2016 - i pareggi con Alessandria, Reggiana, Pro Piacenza e Sudtirol, le vittorie con Lumezzane, FeralpiSalò, Renate e Mantova, unica sconfitta con il Cittadella capolista solitario, per un totale di 16 punti in carniere su 27 - danno la misura della bontà del lavoro svolto da Pillon e dal suo staff e dell’ottima risposta del gruppo alle indicazioni ricevute dall’allenatore di Preganziol. Aggiungiamoci la bontà della campagna acquisti di gennaio (rinforzi azzeccati, come si è visto), di cui va dato atto al ds De Poli, ed ecco spiegata la svolta che sta maturando nel gruppo biancoscudato. Il pensiero corre al campionato di Serie B 2010/11, quando, uscito bastonato dal derby del Tombolato, con Calori ad un passo dall’esonero (ufficializzato poco dopo da un Cestaro imbufalito) e le sabbie mobili sotto i piedi, il Padova si affidò ad Alessandro Dal Canto per provare a salvarsi: l’alchimia che si creò in quello spogliatoio, prima sbandato e fragile, portò la squadra da lì in avanti addirittura a guadagnarsi la partecipazione ai playoff per la Serie A, sfumati poi a Novara, in una finale purtroppo segnata dall’espulsione di Cesar e dal sacrificio (incomprensibile) di El Shaarawy per Trevisan. Più ancora (il pensiero corre) al Padova di Carlo Sabatini, sempre in terza serie, nel 2008/09: dopo la sconfitta interna con il Ravenna, a 6 giornate dal termine era staccato di 6 punti dagli spareggi-promozione, che agguantò inanellando una serie strepitosa di 5 vittorie e 1 pareggio (16 punti). Il resto lo conoscete, fu Serie B a Busto Arsizio. Ha ragione Pillon nel ripetere, a se stesso prima ancora che all’ambiente, che è indispensabile un filotto di vittorie, ma davanti, a parte i granata di Venturato ormai irraggiungibili, più di qualcuno sta rallentando e potrebbe piantarsi da qui a maggio. Insomma, tentar non nuoce, la salvezza è acquisita e si può pensare ad altro, con la testa sgombra da pensieri. Proprio questa “leggerezza” d’animo potrebbe rivelarsi l’arma in più per scalare altri gradini e attestarsi a ridosso delle varie Alessandria, FeralpiSalò e Pavia. Una parola, per chiudere, sull’organico attuale a disposizione del mister: le scelte (vincenti) di ieri confermano una sensazione maturata nelle ultime settimane, e cioè che le alternative valide ci siano e che il Padova non sia affatto messo così male come qualcuno voleva far credere. Pillon vede tutto e poi fa le sue scelte, che alle volte può anche sbagliare. È riuscito persino a tornare sui suoi passi con Bucolo, con cui si era scontrato duramente. Vogliamo riconoscergli i meriti che gli spettano? Vedremo come finirà, ma intanto, fossimo nei dirigenti, la proposta di rinnovo gliela metteremmo sotto il naso prima di Pasqua