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Mazzocco, l’ultimo della Biancoscudati: “Dispiace aver perso i vecchi compagni. Che emozione la fascia di capitano all’Appiani…”

“Ne resterà soltanto uno”, diceva la profezia di Highlander. Nel Padova si chiama Davide Mazzocco: il giovane centrocampista, con il vicino addio di Dionisi e Ilari, è l’unico superstite della Biancoscudati Padova, la squadra...

Redazione PadovaSport.TV

"Ne resterà soltanto uno", diceva la profezia di Highlander. Nel Padova si chiama Davide Mazzocco: il giovane centrocampista, con il vicino addio di Dionisi e Ilari, è l'unico superstite della Biancoscudati Padova, la squadra costruita per la serie D che nel 2014/15 fece emozionare migliaia di padovani. Sarà il simbolo della continuità con quella stagione e, se in campo riuscirà a ritagliarsi spazio e scalare gerarchie, potrebbe un giorno diventare un pezzo di storia per il Padova. "Che effetto mi fa? Molto particolare - ci spiega - da una parte mi dispiace aver perso quei compagni di squadra, in particolare con Dionisi, Ilari e Petrilli avevo un rapporto speciale, erano gli ultimi rimasti. Ma il calcio ha le porte scorrevoli, è fatto anche di queste cose. Io mi sento responsabilizzato, sento che la società crede in me. Da parte mia cerco di dare il massimo". Mazzocco è consapevole di avere attorno compagni che hanno un certo curriculum, specie nel suo reparto: "Dovrò sgomitare, ci sono giocatori esperti - spiega - De Risio e Mandorlini hanno le mie caratteristiche, ma hanno molti più campionati alle spalle". Parlato, Pillon e Brevi, chi è più vicino al tuo modo di intendere il calcio? "Ognuno ha fatto, o sta facendo, la sua parte - continua Mazzocco - con Parlato logicamente ho passato più tempo, ma mi sono trovato bene anche con Pillon. Brevi? Vuole giocatori cattivi e determinati in campo, con la voglia di scappare il pallone (testuale, ndr) all'avversario". Capitan futuro è dire troppo? "Non ci penso adesso, è troppo presto. Però quella fascia me l'hanno fatta indossare qualche settimana fa, all'Appiani, in amichevole contro l'Arcella. L'ho presa e l'ho messa senza pensare troppo al peso che poteva avere. Chissà, un giorno, magari...".