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Padova-Pordenone, parlano gli ex Zamuner e Mateos

Vita da ex non solo per i giocatori, ma anche per i protagonisti al fianco della squadra. Niente di più vero per il direttore generale Giorgio Zamuner e per il team manager Marcelo Mateos che domenica con il Pordenone sfideranno il loro recente...

Redazione PadovaSport.TV

Vita da ex non solo per i giocatori, ma anche per i protagonisti al fianco della squadra. Niente di più vero per il direttore generale Giorgio Zamuner e per il team manager Marcelo Mateos che domenica con il Pordenone sfideranno il loro recente passato. Già, perché proprio un anno fa hanno contribuito a scrivere una delle pagine più belle della storia dei friulani centrando i play off. Prima esperienza, tra l’altro, per Zamuner nei panni di dirigente. «Sono legato al presidente Lovisa perché mi ha dato l’opportunità di intraprendere una nuova carriera che è stata sempre la mia vocazione, non posso che essergli grato. E’ una persona schietta, sincera e passionale che ama fare calcio. Requisiti che ho ritrovato in Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto: anche loro ci mettono anima, cuore e soldi, con la differenza che qui devono rendere conto a una piazza importante ed esigente».

Reggiana e Venezia permettendo, nella sfida di domenica c’è in gioco anche il primato in classifica. Se l’immaginava? «Non mi sorprende più di tanto vedere il Pordenone lì davanti perché in un’impronta di squadra già collaudata hanno inserito bravi giocatori. Quanto al Padova, in cuor mio ho sempre pensato di potere disputare un campionato di vertice. Sono convinto di avere allestito una rosa competitiva e se vinciamo domenica possiamo anche andare davanti in classifica, il che darebbe ulteriore entusiasmo e autostima. L’importante comunque è dare continuità ed essere consci delle nostre qualità: se giochiamo come stiamo facendo, è difficile batterci».

Prima di approdare in biancoscudato, tre sono state le stagioni di Mateos con i ramarri, con i quali ha terminato la carriera da calciatore con tanto di promozione in Lega Pro e intrapreso quella dirigenziale prendendo nel frattempo anche il patentino di direttore sportivo. «Mi fa piacere rivedere tante persone con le quali sono rimasto in contatto, e anche che la società neroverde abbia trovato un suo equilibrio. A Pordenone ho dato tutto quello che potevo e volevo fare un’esperienza diversa, per cui quando Zamuner mi ha chiesto se ero interessato a venire al Padova, non potevo rinunciare a una sfida così stimolante e a una società come quella biancoscudata». Niente panchina per lei domenica essendo squalificato, ma assisterà alla sfida in tribuna. «Una partita difficile. Sono fiducioso e anche curioso di vedere come andrà». Un flash su Brevi e Tedino. «Due grandi lavoratori che hanno passione e voglia di migliorarsi giorno dopo giorno». (Da Il Gazzettino)