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Padova, Serena: “Spero tanto di essere riconfermato. A mio papà ruberei il sinistro”

Riccardo Serena

Riccardo Serena, per un ragazzo che sino al maggio 2017 calcava le scene della Serie D, arrivare a Padova e giocare spesso è stato un bel salto… «Altroché! Ma la mia crescita, per quanto importante, non è sufficiente. Vengo sempre agli...

Redazione PadovaSport.TV

Riccardo Serena, per un ragazzo che sino al maggio 2017 calcava le scene della Serie D, arrivare a Padova e giocare spesso è stato un bel salto… «Altroché! Ma la mia crescita, per quanto importante, non è sufficiente. Vengo sempre agli allenamenti con l’idea di migliorarmi, ne ho bisogno». Che differenze ha trovato, passando dai dilettanti alla C? «Una su tutte, enorme: sul piano del ritmo non c’è paragone. Tant’è che, all’inizio, non riuscivo a stare dietro al pallone. Più ti abitui, più ti alleni, invece, e più le cose ti vengono meglio…». Papà? «Mi ha sempre detto: “Gioca semplice”. I consigli, però, me li dà il mister». L’abbiamo vista disputare una grande ripresa a Fano, da regista. Spesso Bisoli la propone come mezzala. Qual è il ruolo che preferisce? «Proprio quello della mezzala. Perché posso lanciarmi in avanti. In realtà, mi piacciono un po’ tutte le posizioni lì in mezzo. Mi sento un jolly. Papà non l’ho mai avuto come allenatore, ma una qualità gliela ruberei, se potessi: il suo sinistro, essendo io un destro. Mi piace, però, come guarda e riguarda le partite al computer. A casa ne ha due e in uno studia e annota l’errore commesso, nell’altro ha già la correzione pronta. Non lascia niente al caso. Quanto a Bisoli, è uno tosto. Sabato mi ha elogiato nel dopo-gara? Lo ringrazio per le belle parole che ha speso nei miei confronti. È una persona che ti fa crescere molto, soprattutto di testa, perché è impossibile perdere la concentrazione. Se ne accorge subito, e non te lo permette, devi andare sempre a 110 all’ora in ogni allenamento». Una battuta infine sul contratto in scadenza. Problemi? «No, affatto. Anzi, spero di essere confermato. Ci terrei tanto». (Da Il Mattino)