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Padova, trittico-verità per il destino di Brevi. Urge una quadratura in attesa delle big

In casa Padova il momento è decisamente delicato. Il destino della panchina di mister Brevi dipenderà dalle tre partite in nove giorni che, a partire da domani, attendono i suoi ragazzi. In questo senso, le preoccupate dichiarazioni post Mantova...

Alessandro Vinci

In casa Padova il momento è decisamente delicato. Il destino della panchina di mister Brevi dipenderà dalle tre partite in nove giorni che, a partire da domani, attendono i suoi ragazzi. In questo senso, le preoccupate dichiarazioni post Mantova del presidente Bergamin hanno suonato da velato ultimatum. Ecco perché, ora più che in altre occasioni, i punti servono come il pane. Steccare un’altra volta significherebbe perdere ulteriore terreno dal gruppo di testa, che sembra proprio aver innestato la marcia giusta per condurre un campionato di vertice. Il Padova invece stenta terribilmente a ingranare, nonostante la lunga preparazione estiva e un calendario oggettivamente benevolo nella prima fase del torneo. Guardare per credere: delle sei squadre fin qui incontrate da Neto e compagni, solo una occupa la parte sinistra della classifica (il Gubbio), mentre tre di esse (Maceratese, Fano e Forlì) sono addirittura le ultime della classe. Raccogliere quanto più fieno possibile nelle battute iniziali della competizione era fondamentale per “tutelarsi” in vista degli scontri con le big, ma la cascina è ancora semivuota. Anche solo tralasciando gli imminenti impegni contro la sorprendente Samb e l’attrezzatissima Reggiana, infatti, già da novembre al cospetto dei biancoscudati si presenteranno in rapida successione Bassano, FeralpiSalò, Parma, Venezia e Pordenone. E, allo stato attuale delle cose, il rischio dello sbaraglio risulta concreto. Occorre una quadratura generale. Con o senza Brevi, all’ultima chiamata per dimostrare il suo valore al pubblico padovano. Falange macedone o armata Brancaleone: la questione è tutta qui. A partire da Teramo.