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Petrilli: “Doppietta con il Mantova e rinnovo di contratto i momenti più belli della mia stagione”

Alla ricerca del gol perduto, l'esterno biancoscudato intanto pensa agli "highlights" del suo campionato

Redazione PadovaSport.TV

Un anno fa, pochi giorni dopo il suo compleanno, segnava a Legnago uno dei gol più importanti della sua carriera, quello che riportava il Padova in Lega Pro. Ieri, invece, Nicola Petrilli ha festeggiato i suoi 29 anni a casa, e poi al campo di allenamento alla Guizza con i compagni. «Sapete, ormai il tempo dei grandi festeggiamenti è passato da qualche annetto», ci racconta l'attaccante torinese. «Il regalo, invece, quello me lo sarei voluto fare domenica scorsa con la Pro Patria, e spero che ci siano altre possibilità per regalarmi un altro gol, visto che da gennaio in poi sembra sia caduta una maledizione su di me». Alla fine del girone d'andata era a quota cinque, ora è fermo a sei. È stato un compleanno un po' meno felice di quello dell'anno passato? «In realtà anche l'anno scorso era stato un brutto compleanno: avevo perso mio zio il giorno prima, e segnare a Legnago mi aiutò solo in parte a mettermi alle spalle quel momento». In compenso ripensare a Legnago-Padova, un anno dopo, cosa le provoca? «Bei ricordi, penso che calcisticamente i primi sei mesi del 2015 sono stati una favola, per il Padova e per me». Un anno dopo? «Ormai la ricerca del gol è diventata per me una questione psicologica: voglio sbloccarmi. Negli ultimi tempi il campo mi è mancato, ho ritrovato una maglia da titolare con la Pro Patria ma non sono riuscito a segnare, e mi dispiace. Spero che a Bergamo (lunedì sera con l'Albinoleffe, ndr) vada diversamente...». La stagione ormai viaggia verso la conclusione: qual è il momento che ricorderà come il più bello? «Ce ne sono due. il primo è la doppietta al Mantova, segnata subentrando dalla panchina: qualcosa di unico. E poi c'è il rinnovo contrattuale: quel giorno ho ricevuto la gratifica più grande che potessi avere, ed è anche quello che mi ha tenuto su anche nei momenti più difficili. La fiducia della società mi rende orgoglioso, mi fa sentire fortunato, anche nei momenti in cui passi dall'essere protagonista all'essere "uno qualunque"». E il più brutto? «Certamente il mese di marzo: per tre gare consecutive sono andato in panchina senza nemmeno alzarmi per andare a fare il riscaldamento». Qual è il bilancio della squadra, invece? «Si poteva fare di più, ci saremmo potuti togliere diverse soddisfazioni già quest'anno. Anche se la matematica non ci condanna, dobbiamo essere realisti: che l'Alessandria perda tre delle prossime quattro partite mi sembra impossibile». Tra un anno di anni ne farà 30, una quota che spaventa diversi calciatori. Lei come se l'immagina? «Sarò qui di sicuro, e mi auguro di poter festeggiare una promozione. Poi, quanto all'età, c'è gente che ha esordito in Serie A a 31 anni». (Da Il Mattino)