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Pillon: “Provarci è un dovere nei confronti di chi ci sostiene sempre”

Il tecnico biancoscudato chiede alla squadra di provarci fino alla fine, anche se dopo il pareggio di Cuneo e la vittoria dell'Alessandria i play-off distano 7 punti

Redazione PadovaSport.TV

Rimanere aggrappati alle ultime chance che offre il campionato, ovvero 5 partite di cui le prossime due con squadre in evidente difficoltà. Poi si vedrà. L'allenatore del Padova Giuseppe Pillon chiede la massima concentrazione alla squadra fintanto che è possibile sperare nei play-off: «Ho sempre creduto alla possibilità di arrivarci - ha detto il tecnico di Preganziol, intervistato da Il Mattino -  e adesso sono molto ridotte. Ma per noi stessi, e per chi ci segue, fino a che avremo anche solo il 5% di possibilità di farcela, ce la giocheremo. È giusto provare a finir bene la stagione: arrivare decimi o quinti in classifica fa un'enorme differenza, e provarci è un dovere che abbiamo nei confronti di chi ci sostiene sempre, certo, ma anche di noi stessi». Fino a domenica le motivazioni venivano da sole. Adesso come si trovano? «Attraverso il lavoro, ognuno dentro di sé. In queste 5 gare io cercherò di lavorare ancora più di prima, e di farlo bene, sino in fondo: voglio il massimo, esigo che non si pensi che il campionato sia già finito. Non sopporterei mai un atteggiamento di questo tipo, perché vorrebbe dire gettare al vento 4 mesi di lavoro». Possibile che la squadra stia accusando lo “scotto”, nelle gambe o nella testa, dei tre mesi condotti a mille all’ora? «Direi di no, sarebbe troppo facile crearsi degli alibi. Abbiamo giocato alla morte, anche a Cuneo fino all'ultimo abbiamo provato a vincerla, e anche nelle difficoltà abbiamo sempre compiuto il nostro dovere e fatto ciò che potevamo fare. Non posso rimproverare nulla alla squadra». In questa fase, ancora più di prima, andrà in campo chi dimostrerà in settimana di tenere a questa maglia? «Vestiamo una casacca importante e dobbiamo onorarla fino in fondo. Se qualcuno di loro ha intenzione di mollare, o pensa che ormai non ci sia più niente da dire, fa prima a stare direttamente a casa. Chi va in campo deve dare il 101%, sarò molto vigile in questi giorni negli allenamenti». Quindi non darà spazio a qualche giovane che qui ha giocato di meno? «Metto in campo chi merita di giocare. Non ho mai avuto nulla per grazia ricevuta, e non sarò certo io a farlo: l'allenatore deve scegliere chi crede possa permettergli di vince re le partite, non m’interessano altri discorsi». A dicembre, arrivato a Padova, lei disse: “Torno per finire una cosa che avevo lasciato in sospeso”. Con la salvezza anticipata si è fatto definitivamente perdonare? «Il giudizio arriverà tra cinque partite, solo allora tirerò le somme, e mi domanderò se avrò fatto bene o meno. Oggi, a maggior ragione dopo il pareggio di Cuneo, non sono assolutamente in pace con me stesso. Chissà, forse con il tempo arriveranno i traguardi importanti che questa società merita». Allude ad un suo futuro ancora in biancoscudato? «Intanto pensiamo a queste 5 partite, e poi vediamo».