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Rabbia dei tifosi: “La Fattori ora si dissoci”

Due le sensazioni predominanti dopo i “botti” di Valdagno: da un lato la rabbia per il gesto di uno o più sconsiderati, che rischia di ricadere sulla passione di un popolo intero; dall’altro, la precisa richiesta a chi della Tribuna Fattori...

Redazione PadovaSport.TV

Due le sensazioni predominanti dopo i “botti” di Valdagno: da un lato la rabbia per il gesto di uno o più sconsiderati, che rischia di ricadere sulla passione di un popolo intero; dall’altro, la precisa richiesta a chi della Tribuna Fattori tiene le fila: la stragrande maggioranza dei tifosi adesso vuole delle risposte. Chiede una presa di posizione pubblica nei confronti di chi, per i più disparati motivi, ritiene di poter fare un po’ ciò che vuole mescolandosi alle centinaia di tifosi biancoscudati che settimanalmente riempiono gli impianti dove si esibiscono i ragazzi di Parlato. Posizione che, almeno per ora, la “Fattori” non ha preso ufficialmente. La dinamica. La Digos della Questura padovana sta analizzando i filmati delle telecamerine puntate sulla tribuna biancoscudata domenica: in assenza di un sistema di videosorveglianza, che in serie D non è obbligatorio, le uniche immagini disponibili sono quelle delle videocamere che gli agenti avevano in mano, attraverso le quali però difficilmente si potrà dare un volto alle persone coinvolte. Ed è il web, ancora una volta, a fornire indicazioni su quanto avvenuto all’8’ del primo tempo, e quindi al 6’ e al 38’ di Altovicentino-Padova. Le versioni sono discordanti: «Ho visto la partita 5/6 gradini sopra la panchine ospite», il racconto di Giorgio, «e vi posso assicurare che al lancio dei petardi ho guardato attentamente giù per vedere qualche strano movimento, ma omertà assoluta. Dato il numero di persone presenti e il poco spazio di movimento, i petardi sono stati sicuramente fatti cadere (e non lanciati) a ridosso della panchina da chi si trovava in prima fila, a ridosso della balaustra di legno». C’è poi la versione di Stefano: «Ho visto con i miei occhi un noto capo ultras che, dopo lo scoppio di un petardo, ha chiesto a più riprese chi fosse stato, invitando l’autore a farsi avanti. Di fronte alla vigliaccheria del deficiente, ha scagliato per terra il megafono incazzato nero e se n’è andato». Alessio, altro tifoso presente a Valdagno, ha un’idea diversa: «Nessuno del tifo organizzato ha messo una pezza su ciò che accadeva, il tutto con l'Euganeo già in diffida. Purtroppo, nemmeno questa volta salteranno fuori i responsabili, che puntualmente verranno protetti da chi gli stava intorno. Con questi comportamenti non si va da nessuna parte». Le reazioni. Nelle ultime ore sono piovuti commenti da ogni dove. «Peccato che per colpa di 2 o 3 imbecilli si rischi di ricevere sanzioni per le prossime partite», le parole di Luca su facebook. «Ciò che è mancato è stato l’individuare i colpevoli per renderli responsabili dell’accaduto. Spero che la società non debba pagare per questo». Sulle stesse posizioni Dandy: «Per gli ennesimi episodi che potrebbero costarci la squalifica del campo, che tristezza! Ora bisogna provvedere senza se e senza ma, questi idioti non hanno nulla a che vedere con la nostra splendida tifoseria». Categorico il messaggio di Gianni: «Ero a Valdagno con mio figlio. Solito spettacolo disgustoso sugli spalti, a momenti un petardo mi arrivava addosso e colpiva mio figlio. Non verrò mai più allo stadio. Ho chiuso». A ruota, pure Stefano, che chiede risposte precise: «Se avete visto chi è stato, perché non lo avete indicato? Siete complici omertosi anche voi». Infine, altri due tifosi, che sottolineano come potesse andare anche peggio: «Se dalla panchina dell’Altovicentino qualcuno si fosse buttato a terra fingendo dolore, la partita finiva lì: 3-0 a tavolino». E non si può certo dare loro torto.