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Renzetti: “Il Padova non merita la Lega Pro, auguro un campionato di vertice ai biancoscudati”

Da pochi giorni è approdato con il Cesena in serie A, dopo averla sfiorata tre anni fa con il Padova nella finale play off persa con il Novara. Per Francesco Renzetti, quattro stagioni all’ombra del Santo (140 partite e un gol), è stata senza...

Redazione PadovaSport.TV

Da pochi giorni è approdato con il Cesena in serie A, dopo averla sfiorata tre anni fa con il Padova nella finale play off persa con il Novara. Per Francesco Renzetti, quattro stagioni all’ombra del Santo (140 partite e un gol), è stata senza dubbio una stagione da incorniciare, esattamente l’opposto di quanto è accaduto ai biancoscudati che sono sprofondati in Lega Pro. In questi giorni l’ex terzino sinistro del Padova si sta godendo il meritato relax nel mare di San Nicola Arcella in Calabria: con lui i genitori e anche Trevor Trevisan, amicizia nata proprio in biancoscudato. «La promozione in serie A è stata un’emozione immensa – esordisce Renzetti – Più passano i giorni e più aumenta la gioia rendendoti conto di quello che è successo». Alla vigilia della finale con il Latina le è tornato in mente il precedente sfortunato di quando era un giocatore biancoscudato con il Novara? «Senz’altro, e il primo pensiero è stato quello di fare in modo che non si ripetesse lo stesso esito. Il dispiacere era stato davvero grande, sarebbe stato un peccato. Non è facile giocare i play off e soprattutto la finale, era un’occasione che non volevamo farci scappare». Quest’anno per la prima volta si è trovato ad affrontare come avversario il Padova. Che effetto le ha fatto? «In occasione della sfida all’Euganeo è stato davvero un dispiacere sentire l’atmosfera che c’era allo stadio contro la squadra. Il Padova è una grande piazza e non merita la Lega Pro, però il calcio dà anche questi dispiaceri. Già dal prossimo anno mi auguro che possano disputare un campionato di vertice per riprendersi la serie B». Si sarebbe mai aspettato la retrocessione della sua ex squadra? «Assolutamente no. A inizio anno vedendo la rosa dei biancoscudati sulla carta avrei messo il Padova anche davanti al Cesena, però si sa che i discorsi sulla carta contano poco. È stata una sorpresa in negativo e un dispiacere la sua retrocessione». A Padova è tornato qualche volta? «Fino a gennaio sono venuto abbastanza spesso, poi basta». Dall’esterno che idea si è fatto della disgraziata stagione biancoscudata? «Non sono molto informato e non posso giudicare. Posso solo dire che subentrare a un presidente come Cestaro, che era prima di tutto un tifoso, non deve essere stato semplice, e i risultati non hanno dato una mano». Tornando a lei, si aprono le porte della serie A. «Quando da bambino inizi a giocare il sogno è quello di misurarsi con i grandi giocatori. Adesso è arrivata questa opportunità e sono molto curioso». Due suoi ex compagni al Padova stanno giocando con gli azzurri il Mondiale in Brasile. «Con Matteo Darmian ci siamo sentiti dopo la vittoria dell’Italia con l’Inghilterra e ci siamo fatti i complimenti a vicenda. Mattia Perin è un tifoso del Latina e ha gufato contro il Cesena, ma alla fine era contento per me».