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Solo una botta per il Rulo, ma che paura…

È andata bene. Gustavo Ferretti ha rimediato solo una forte botta alla mandibola sinistra e un grande spavento, dopo la gomitata subìta da Trevisiol alla mezz’ora del primo tempo: ieri sera l’argentino è rimasto qualche ora in...

Redazione PadovaSport.TV

È andata bene. Gustavo Ferretti ha rimediato solo una forte botta alla mandibola sinistra e un grande spavento, dopo la gomitata subìta da Trevisiol alla mezz'ora del primo tempo: ieri sera l'argentino è rimasto qualche ora in osservazione all’ospedale di Mestre, dove la Tac alla testa e la risonanza magnetica alla mandibola hanno dato esito negativo. Ma sono stati attimi di terrore puro quelli vissuti da tutti i presenti al Comunale di Mogliano Veneto. Ferretti è a terra, attorno a lui c'è un capannello di compagni e avversari, che iniziano a sbracciarsi veementemente, per richiedere l'ingresso dei sanitari. Il centravanti biancoscudato non si è più rialzato dopo essere stato colpito da una gomitata in pieno volto dal centrale difensivo di casa, Enrico Trevisiol, che nel frattempo è stato espulso. Sugli spalti cala il gelo, mentre l’argentino resta a terra privo di sensi e con gli occhi all'indietro. Petrilli gli alza le gambe, tra i primi ad entrare in campo c'è il medico sociale dell'Union Pro, visto che la panchina più vicina è proprio quella locale. Carmine Parlato si gira verso l'ambulanza, ferma a pochi metri dalla panchina del Padova, e chiama a gran voce, sbracciandosi, i sanitari. Improvvisamente non fiata più nessuno, nell’ennesimo pomeriggio scandito dai cori incessanti del migliaio di tifosi del Padova. Per fortuna, dopo un minuto arrivano segnali incoraggianti. Innanzitutto dai volti dei giocatori, che si fanno più distesi. Quindi dallo stesso Ferretti, che inizia a muoversi, prima di essere caricato sulla barella. “El Rulo” passa sotto la tribuna, mentre i tifosi scandiscono il suo nome e lui li ringrazia, tranquillizzandoli, con un cenno della mano. Non entra nemmeno in ambulanza, scende dalla barella e resta in piedi, prima di essere soccorso all'interno del mezzo della Croce Gialla. Quindi il trasporto all'ospedale di Mestre per gli accertamenti. «Mi sono spaventato e sono corso in campo», racconterà poi il presidente Bergamin. «Meno male che si è ripreso in fretta, al punto che voleva persino rientrare in campo»