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ULIVIERI: “SALVARE IL PADOVA? UN’IMPRESA”

Intervista all'ex allenatore del Padova, Renzo Ulivieri.

Redazione PadovaSport.TV

Renzo Ulivieri, partiamo con il Cittadella. Sorpreso di vederlo lassù in classifica?«No, affatto. Perchè ha un allenatore molto bravo, e che ho votato quest’anno per la panchina d'argento in serie B. Foscarini è una persona di equilibrio, molto seria e di cui c'è bisogno nel calcio».E della squadra che dice?«Ho visto qualche partita, rispecchia il suo allenatore. Ha entusiasmo, è concreta, e sa quello che vuole. La sua classifica è meritata».Qualche granata che più l'ha impressionata?«Beh lo stopper, Cherubin. L'ho avuto a Reggio Calabria: era giovane, con me ha fatto qualche apparizione, ma aveva bisogno di giocare (trasferimento ad Avellino in gennaio, ndr). A Cittadella sta facendo bene. Poi c'è questo ragazzo toscano, Bellazzini: è molto bravo. Ma direi che è il complesso di questa squadra a funzionare».Quale è a suo modo di vedere il segreto di questo Cittadella?«Il morale, la tranquillità, e la sicurezza con cui gioca con schemi acquisiti nel tempo. E si vede il lavoro del suo allenatore».Passiamo alla sua ex squadra, il Padova appunto.«Ha avuto una vita travagliata questa squadra. Si pensava che restasse ai vertici per come era partita, e poi invece la serie negativa, il cambio di allenatore, il ritorno di Sabatini come era accaduto l'anno scorso. Mi sembra comunque un pochino in ripresa».Ha seguito il derby con il Vicenza?«Solo qualche spezzone. Intanto il Padova non ha preso gol, e in un momento come questo è un aspetto che dovrebbe dare un pochino di sicurezza».D'accordo. Ma si aspettava i biancoscudati così in difficoltà a questo punto della stagione?«No, e non solo io. Si diceva chissà cosa farà il Padova con un ritocco, e invece... Ma la serie B è così, non c'è niente di scontato. Però è una cosa un po' clamorosa quello che è successo ai biancoscudati».Andiamo a Sabatini. Giudizio?«Non lo conosco direttamente, ma ha dimostrato l'anno scorso il suo valore. In questo campionato era partito bene, poi il cambio, e adesso ha ripreso in mano la squadra in un momento di difficoltà. È stato messo a dura prova, e se viene a capo della situazione si può dire che questi due anni siano stati per lui una bella esperienza».Cambiare allenatore per poche partite, e richiamare quindi quello precedente. Ha senso come politica di club nella gestione di una crisi?«Se io fossi stato Di Costanzo, non sarei venuto. Nel calcio conta anche la superstizione, e già l'anno scorso era andata così. Di Costanzo non ha fatto male, ma c'è anche la storia dell'anno passato che depone a favore di Sabatini. Aveva portato bene un anno fa. E se Sabatini riesce anche in questa impresa, è un allenatore temprato».Capitolo Cestaro. Ha più sentito il presidente?«No, è da tanto. Ho un buon ricordo perchè è una persona seria, e ci mette la faccia. E con gli anni ha maturato esperienza. Averne di presidenti così».Lunedì giocatori e allenatore hanno deciso di entrare in silenzio stampa fino al termine del campionato per mantenere la massima concentrazione. Che ne pensa?«Se questa è la motivazione, ben venga. Anche se poi conta solo la prestazione in campo. Io comunque di natura sono contrario al silenzio stampa, figuriamoci se togliessero a me la parola. Anni fa il presidente del Bologna voleva impormelo, e gli ho risposto: "Lo faccia lei, ma io no"».